“Die Welt” la mafia in Italia aspetta i soldi dalla UE. di Ferdinando Chinè

di Ferdinando Chinè. E’ di ieri la notizia che sul giornale tedesco “Die Welt” si invita “Frau Merkel” a non fare passi indietro a non cedere nei confronti di Francia, Italia, Spagna nella direzione di emettere obbligazioni europee, i cosiddetti “coronabond”, soprattutto in vista degli aiuti economici promossi dalla UE per 500 miliardi. E poi l’affondo contro il nostro Paese. Gli aiuti ci devono essere “…ma senza alcun limite? E senza alcun controllo? In Italia, la mafia sta solo aspettando una nuova pioggia di soldi da Bruxelles”.
Le risposte dei sovranisti e populisti.
Rispetto a questo ragionamento tutti i sovranisti d’annata si sono scatenati in parole di sdegno, con la chiacchiera classica volta ad alimentare la polemica anziché argomentare le proprie posizioni. Il solito refrain, i tedeschi hanno causato due guerre, i tedeschi hanno ucciso gli ebrei, i tedeschi sono stati aiutati nella riunificazione del paese, i tedeschi hanno affossato la Grecia e chi più ne ha più ne metta. Però, non c’entra nulla con la nostra mafia, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona unita. Siamo un unicum, lo sappiamo noi e lo sanno tutti i cugini europei e nel resto del mondo. Il genere gangster movie ci ha immortalato in un immaginario collettivo difficile da scrostare, negli ultimi quarant’anni dal “Padrino” a “Gomorra”, abbiamo avuto le menti più raffinate criminali capaci di imbastire un sistema efficiente e parallelo a quello civile dello stato. Addirittura oggetto di studi sociologici della criminalità organizzata in premiate università in tutto il mondo.
Un po’ di realtà senza retorica.
Non è un caso che in queste prime ore di emergenza, in mezzo a contagiati, morti ed altri in terapia intensiva, qualcuno sta cercando di speculare con sciagurato cinismo su quelle risorse non ancora disponibili ma che arriveranno. Tornano in mente le telefonate tra imprenditori e politici, in mezzo a risate e contentezza degli appalti a venire grazie al terremoto dell’Aquila. Per non parlare che il più capace Procuratore Antimafia Nicola Gratteri ha già avvisato gli addetti ai lavori “…bisogna fare presto, ciò che si decide non si deve fare domani ma oggi, perché ogni ritardo vuol dire anche favorire le mafie; la camorra, la ndrangheta fanno usura che serve per prendere le attività e fare riciclaggio, penso ai ristoratori, agli albergatori, sono i più penalizzati e devono avere soldi subito altrimenti si rivolgeranno agli usurai e noi perderemo credibilità…”
Le migliori polemiche di rimando al “Die Welt”.
Il Ministro degli esteri Di Maio, forse dimenticando il suo ruolo istituzionale, si è accodato alle quantità enorme di dichiarazioni contro il “Die Welt”, affermando che “l’Italia piange oggi le vittime del Coronavirus, ma ha pianto e piange ancora le vittime di mafia. Non è per fare polemica ma non accetto che in questo momento si facciano considerazioni del genere… Spero – ha continuato – che il governo tedesco prenda distanza dal quotidiano che i tra i principali in Germania”. Non si capisce perché il Governo dovrebbe prendere le distanza da un quotidiano nazionale o dal singolo giornalista, che per antonomasia devono essere liberi e indipendenti dal potere esecutivo?
Salvini e Meloni i più coloriti e paradossali.
Le parole più colorite e vuote come al solito sono state quelle di Salvini, “…sciacquatevi la bocca quando parlate dell’Italia…”, ma i 49 milioni che la Lega deve restituire per indebito trattenimento, non sono parte integrante delle paure del “Die Welt”, di quella modalità di intendere la gestione della cosa pubblica all’italiana? Anche Giorgia Meloni ha fatto sentire il suo peso e scrive “…Vergogna, vergogna, vergogna! Non ho altre parole per commentare l’ignobile articolo del giornale tedesco …c’è chi in Europa si alza in cielo come farebbero gli avvoltoi per trovare i cadaveri di cui nutrirsi. Conte pretenda rispetto per il popolo italiano e chieda alla Merkel di prendere le distanze”. L’onorevole Meloni ha forse dimenticato che negli ultimi dieci mesi ci sono stati sei arrestati nelle file del suo partito proprio per ‘ndrangheta?
Forse le parole che andavano dette erano altre, non di retorica e in difesa di astratti valori legati alla forma, piuttosto un sano pragmatismo, riconoscendo che il “Die Welt” e più in generale i tedeschi hanno perfettamente ragione ad aver paura, i nostri Procuratori hanno già segnalato il pericolo. Pericolo che come il virus non è confinato solo nel nostro paese ma nelle vicina e amica Germania. I fatti di Duisburg, alla Pablo Escobar maniera, sono stati la punta delll’icerberg di qualcosa di più radicato e pericoloso. Non dimentichiamo che Nicola Gratteri ha dichiarato nel 2018 la presenza in territorio tedesco di ben 60 ‘ndrine Locali che si occupano di tutto, dal riciclo di denaro, traffico di droga, armi, rifiuti tossici, estorsione e via dicendo. Lungo una via della seta che tocca Germania, Albania, Romania, Iugoslavia, Paesi Bassi, Russia. Lo stesso Governo tedesco nel 2019 ha risposto ad una interrogazione parlamentare dei Verdi affermando che vi sarebbero sicuramente 344 presunti affiliati ma che ne andrebbero stimati tra le 800 e le 1000 unità mentre individua tra 18 e 20 locali attivi.
L’Europa delle mafie già c’è forte e radicata.
Se l’Europa stenta a trovare unione, fratellanza, accordi commerciali di sana concorrenza, la mafia che tanto preoccupa ai tedeschi o agli olandesi, si porta avanti, trova accordi, apre nuove famiglie, investe e si insinua nelle comunità esattamente come un virus asintomatico. Nel silenzio, nell’arroganza di poter fare da soli, nell’ingenua convinzione che andrà tutto bene, la mafia infetta la parte buona della società e come una cellula cancerogena si allarga fino a consumare interamente l’ammalto.

Il nostro paese deve uscire dalla retorica, da quel triste passato che ci teneva a dire “la mafia non esiste”. La nostra realtà criminale è un unicum che non trova riscontro nel panorama europeo, fa paura a noi ed ai cugini europei. Se tedeschi e olandesi sono preoccupati della “nostra gestione” dei fondi europei non dobbiamo chiuderci a riccio, rigettare una paura profonda che ha solide radici. Non si tratta di semplice pregiudizio,o di stereotipi utilizzati per l’occasione. Tocca dare loro conto e garanzie del contrario, chiedere la presenza di Commissari europei responsabili a valle dei fondi assegnati per l’emergenza. Noi stessi non riusciamo ad utilizzare i fondi europei già assegnati per paura di perdere il controllo pulito dell’assegnazione. Il virus della mafia va combattuto in comunione europea poiché non ci sono confini, polizie o governi capaci di fare da soli. E’ paradossale questo provincialismo del “Die welt”, tanto più che il giornale significa “il Mondo”.

Vale lo stesso discorso per la questione immigrazione, i rapporti con America, Cina, Russia e paesi del Mediterraneo, o l’Europa si sforza di integrarsi, capirsi, reagire congiuntamente oppure il coronavirus è solo uno dei possibili virus che faranno implodere l’antico e bellissimo Continente.

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