DDL Zan: le chiese rischiano la prigione?

di Attilio Runello. Del testo di legge ZAN tutti parlano ma probabilmente pochi lo hanno letto. In sintesi prevede due  aspetti.

Il primo riguarda l’insegnamento nelle scuole. Sarà consentito organizzare incontri nelle scuole per parlare contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.
Da notare che nella scuola italiana il ministero della pubblica istruzione non prevede un programma di educazione sessuale. Va sottolineato inoltre che nelle scuole italiane il compito principale di definire questi aspetti dovrebbe essere lasciato ai genitori.
E allora non sarebbe interessante che i politici consultassero le associazioni di genitori prima di presentare progetti di legge alla ricerca disperata di allargare il proprio elettorato a sinistra?

Il secondo aspetto è penale: l’articolo 604 bis del codice penale prevede la prigione sino a diciotto mesi e un’ammenda di seimila euro per reato di incitamento all’odio razziale e religioso. Con l’approvazione di questa legge all’odio razziale e religioso si aggiunge quello contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.

 

Dato per scontato che il rispetto va portato a tutti potranno i sacerdoti nelle loro omelie domenicali ricordare che la volontà di Dio prevede che il sesso è lecito solo fra uomo e donna all’interno del matrimonio senza rischiare di essere accusati di odio nei confronti delle comunità lgbt ed essere portati in giudizio?

 

Prudentemente il Sommo Pontefice ieri nel suo incontro con i fedeli a mezzogiorno ha ricordato che la Chiesa è dalla parte delle comunità lgbt è ha lodato l’operato di un sacerdote gesuita che nel suo lavoro sacerdotale è molto vicino a queste comunità.

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