Covid, ad ottobre il nuovo vaccino.
Non se ne parla più, ma il Covid c’è e si sta diffondendo un po’ più velocemente di prima: i numeri dei contagi crescono come non si vedeva da tempo. Per ora, senza preoccupazioni particolari, anche se la nuova variante EG.5 è giunta anche qui da noi e desta qualche preoccupazione soprattutto per i cosiddetti ‘fragili’.
Comunque, grazie alle vaccinazioni di massa – di cui chiaramente beneficiano anche i no vax, che hanno lasciato a tutti gli altri l’onere di sottoporsi alla vaccinazione – oggi conviviamo più serenamente con il Coronavirus. Ma non si può mai abbassare la guardia, perché il virus muta e si diffonde continuamente e con molta rapidità.
Dal 4 al 10 agosto, sono stati registrati 6.056 nuovi casi di positività al Covid contro i 5.732 della settimana precedente (+5,7%) e 65 i decessi (+58,5%). Il tasso di positività è salito al 5,2% rispetto al 4,1% del periodo 28 luglio-3 agosto (+1,1%). Nel mondo, la variante emergente è la variante Eg.5 o Eris (dal 9 agosto segnalata in 48 Paesi).
Tornano, quindi, ad aumentare i contagi da Covid e il Ministero della Salute ha pubblicato il 14 agosto una nuova circolare n. 25782 sui vaccini anti COVID-19, fornendo le prime indicazioni per la campagna di vaccinazione autunnale e invernale 2023/2024.
Tant’è che in ottobre saranno disponibili i nuovi vaccini anti Covid per la campagna vaccinale d’autunno, che sarà concomitante con quella contro l’influenza stagionale, con una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici aggiornati a XBB 1.5, la cui approvazione da parte di EMA e AIFA è prevista per fine estate/inizio autunno.
L’obiettivo, si spiega nella circolare del ministero della Salute, è quello “di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di COVID-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. A questi gruppi di persone è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione potrà inoltre essere consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità”.
Sulle tempistiche di somministrazione, sulla base delle informazioni e delle evidenze scientifiche al momento disponibili, si prevede la possibilità di somministrazione della dose di richiamo a distanza di almeno 3 mesi dall’ultimo evento (ultima dose, a prescindere dal numero di richiami già effettuati o ultima infezione diagnosticata). È previsto, inoltre, che i nuovi vaccini aggiornati possano essere utilizzati anche per il ciclo primario, cioè per chi non si è mai vaccinato.
Gli operatori sanitari sono invitati al rispetto delle buone pratiche vaccinali e alle segnalazioni di eventuali reazioni, che possono essere segnalate anche dai cittadini.
A chi è raccomandato il nuovo vaccino ad ottobre:
- persone di età pari o superiore a 60 anni.
- ospiti delle strutture per lungodegenti.
- donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo postpartum, comprese le donne in allattamento.
- operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza, e studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione.
- persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di Covid grave (per i casi più gravi potrebbe essere necessaria, dopo valutazione medica, un’ulteriore dose di richiamo o una anticipazione dell’intervallo dall’ultima dose), quali:
– malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO, la fibrosi polmonare idiopatica, l’ipertensione polmonare, l’embolia polmonare e le malattie respiratorie che necessitino di ossigenoterapia;
– malattie dell’apparato cardio-circolatorio (esclusa ipertensione arteriosa isolata), comprese le cardiopatie congenite e acquisite, le malattie coronariche, lo scompenso cardiaco e i pazienti post-shock cardiogeno;
– malattie cerebrovascolari;
– diabete/altre endocrinopatie severe quali diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, morbo di Addison, panipopituitarismo;
– malattie neurologiche quali sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone, sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali infantili, miastenia gravis, altre malattie neuromuscolari, patologie neurologiche disimmuni e malattie neurodegerative;
– obesità (BMI >30);
– dialisi o insufficienza renale cronica;
– malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, quali talassemia major, anemia a cellule falciformi e altre anemie croniche gravi;
– patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi, in attesa di trattamento o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
– trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
– trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
– attesa di trapianto d’organo;
– terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CAR-T);
– immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
– immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
– asplenia anatomica o funzionale Pregressa splenectomia o soggetti con indicazione alla splenectomia in elezione;
– infezione da HIV con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), o con conta dei linfociti T CD4+ <200 cellule/μl o sulla base di giudizio clinico;
– malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
– sindrome di Down;
– cirrosi epatica o epatopatia cronica grave;
– disabili gravi come indicati nella legge 104/1992 - familiari e conviventi di persone con gravi fragilità.
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