New York in mutande per il ‘National Underwear Day’.

C’è chi un mutande ci rimane per colpa della crisi e chi ci si mette di sua sponte per vincere fobie e complessi o magari per entrare nel Guinness dei primati. Così va il mondo, così capita di trovare centinaia di uomini e donne in mutande tra i grattacieli e le insegne perennemente accese di Times Square per vincere l’imbarazzo, i tabù e per battere un record. Succede a New York che per un pomeriggio ha radunato gente di ogni età nel cuore di Manhattan per il ‘National Underwear Day’. Il National Underwear Day è il giorno in cui la biancheria intima non diventa solo la prima cosa che si mette su e l’ultima cosa che si toglie, ma la cosa più importante che si indossa tutto il giorno. Obiettivo: superare le 2.270 persone che si erano trovate in slip in pubblico e che erano entrate precedentemente nel Guinness dei primati. Le regole da seguire sono ferree: gli uomini devono indossare mutande, boxer o slip. Non possono essere indossare camicie e magliette; le donne devono indossare mutande, perizoma (non troppo rivelatrici; consentito, caso per caso), shapewear o culotte, sono ammessi anche camicie o reggiseni; tutti i partecipanti possono indossare calze e scarpe; se piove, non sono consentiti impermeabili, ma solo ombrelloni. Ma qualcuno ha avvertito i newyorkesi che quel record appartiene all’Italia? 50milioni di italiani sono rimasti in mutande da circa vent’anni, e non per loro scelta, ma per le ‘non scelte’ di una classe dirigente che gli ha tolto tutto, ma proprio tutto, risparmiandogli, per il momento, le sole “mutande”!

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