Che cosa vuole Meloni da Stellantis.

di Attilio Runello. La dichiarazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull’articolo di Repubblica che titolava che l’Italia svendeva le proprie aziende ha richiamato l’attenzione sulla presenza di Stellantis in Italia.
Giorgia Meloni ha risposto che non accettava lezioni da chi aveva venduto ai francesi i propri asset. In considerazione del fatto che Repubblica – così come tutti i quotidiani del gruppo Gedi appartiene agli Elkann.
Dubitiamo che Elkann detti gli articoli a Repubblica.
In Italia Stellantis ha sei stabilimenti con circa quarantamila dipendenti. L’azienda ha stabilimenti anche in Francia, dove ha all’incirca lo stesso numero di dipendenti. In Europa ne ha uno in Polonia, sta per aprirne uno in Serbia, luoghi dove la manodopera costa meno. Ne ha anche uno in Marocco. Oltre quelli negli Stati Uniti.
Ha concluso lo scorso anno con un attivo di otto miliardi che in parte è confluito nelle casse della Exor. La Exor ha azioni per il 14%. È il principale azionista. Dopo vengono Peugeot e lo stato francese che insieme hanno una partecipazione simile. Con questa maggioranza gestiscono l’azienda.
In Francia Stellantis ha incoraggiato i dipendenti ad acquistare azioni.
In Italia si sono prodotte circa 750000 vetture lo scorso anno, in crescita rispetto al 2022. Più della metà vengono esportate anche perché i prezzi sono mediamente elevati.
Un bonus consistente dello stato italiano potrebbe contribuire a far crescere gli acquisti in Italia e quindi forse ad aumentare la produzione. Che è quello che vorrebbe la Meloni.
Il Presidente del Consiglio ricorda a Stellantis che l’azienda come Fiat o nelle sue versioni successive in Italia ha goduto di molti vantaggi, anche se lo stato non è mai entrato nell’azienda. I vantaggi sono stati in termini di cassa integrazione e vari bonus per acquisti.
Ricordiamo che Stellantis da ormai quasi quindici anni ha abbandonato il complesso di Termini Imerese in Sicilia, dove si produceva la Panda, una utilitaria con pochi optional che negli anni Novanta costava quattro milioni di lire, duemila euro. La Panda di oggi versione ibrida ne costa diecimila. Ed è la vettura più economica. Forse per questo in Italia i privati ricorrono sempre di più all’usato.

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3 Responses

  1. Murdock ha detto:

    Lo vogliamo capire, i politici in Italia sono solo un potere apparente: led decisioni le prendono altrove, non certo a Roma

  2. Palestrina ha detto:

    Negli USA nessun governo avrebbe regalato ad una industria 220 miliardi, in IOtalia dove la politica da sempre è accovacciata ai piedi dei potenti invece gira così ma va bemne madama la marchesa

  3. Paracelsus99 ha detto:

    La MELONI saprà che nel corso dei lustri, lo Stato ha regalato alla FIAT 220. miliardi dilire in contributi o regali vari.
    Quando regnava l’Avvocato tutti i partiti sdi inchinavano a baciargli la pantolfola, compreso il MSI di storica memoria.
    L’avvocato è morto ed ora utti parlano, ma quando REGNAVA nnessuno diceva come stavano le cose.
    In ITALIA sempre:forti coi deboli e debolissimi coi fortissimi

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