Cambiamolo questo Paese, ma democraticamente!

Ero disperato e volevo colpire i politici che invece se la godono! Non ce l’ho con nessuno io non odio nessuno. Ho solo la disperazione di un lavoro perso, la separazione, essere a carico dei propri genitori a questa età. Sono un uomo che non ha più nulla da perdere“. Una confessione fredda, lucida e senza pentimenti. Una confessione che a tratti suona come un’accusa tagliente nei confronti di chi sta lì per risolvere i problemi concreti della gente ed invece volge le proprie attenzioni ai soli ed esclusivi interessi personali e di “casta”. Ieri è stato un tristissimo quanto folle “mezzogiorno di fuoco” davanti a Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio. Due carabinieri feriti e uno in modo piuttosto grave, proprio durante la cerimonia di giuramento del governo-Letta. Il gesto eclatante ed isolato di un disoccupato stanco della vita a cui manca solo un’ultima pallottola per darsi il colpo di grazia!

Questo il fatto. E giù fiumi di parole, di commenti, di interpretazioni politiche e sociologiche, un diluvio di chiacchiere e congetture per un gesto che nella sua assurda quanto esecrabile follia racchiude tutta la drammaticità e la disperazione di un paese messo alla frusta da anni ed anni di cattiva gestione della cosa pubblica, che ha portato sul lastrico tanti italiani, azzerato il ceto medio, precarizzato il mondo del lavoro e annichilito ogni futura speranza!
E poi l’ipocrisia. L’obiettivo dell’attentatore era quello di colpire “un politico”, uno qualunque, uno a caso, ma “un politico”, uno di “loro”, per punirne, uno per tutti, il responsabile di tutti i suoi guai: la mala-politica! Non c’è riuscito e chi ci ha rimesso sono stati invece due umili e sottopagati servitori dello Stato, messi lì a frapporsi ogni giorno tra “loro” – la casta – e l’indignazione della gente. Ma la cosa più folle e raccapricciante, quella che gli ipocriti volutamente sottacciono, è che milioni di italiani si rammaricano del fatto che quel folle non abbia centrato il suo bersaglio: “un politico”! Lo scollamento tra la gente e chi dovrebbe rappresentarla in Parlamento è arrivato, tragicamente, a queste barbare ed incivili considerazioni!
Adesso, però, che si voglia far passare a tutti i costi il messaggio che chi denuncia pubblicamente la sciagurata amministrazione della Res Pubblica e chi mette all’indice la politica del malaffare sia in qualche modo corresponsabile di quel folle gesto che ha steso sull’asfalto due tutori dell’ordine pubblico, è altrettanto violento e criminale. 
Adesso va a finire che, per quell’assurdo atto delittuoso dal quale è sacrosanto dissociarsi con la più severa delle condanne, ci si debba sentire in colpa e addirittura vergognare di lottare ogni giorno e a voce alta per un mondo più giusto, equo e solidale con i più indigenti. 
Adesso va a finire che chi pretende che la politica sia al servizio dei cittadini e non dei meri interessi personali e di “casta”, abbia complicitamente armato quella mano mossa esclusivamente dalla mente di un folle!
Ma la cosa più assurda e sconcertante è stata la reazione della politica, dei politici che fanno “casta”, di coloro che sono i veri ed unici responsabili di tanta follia, di tanta disperazione e disagio sociale, dei politici incapaci fino ad oggi di porre rimedio ad una situazione che rischia di diventare davvero esplosiva, dei politici lontani dal fare il mestiere per il quale vengono profumatamente retribuiti e che non trovano nulla di meglio che “blindarsi” nella loro sorda cecità: la “casta” si rinchiude in se stessa esortando i “suoi” a non avere alcuna remora nel ricorrere all’auto blu con tanto di scorta al seguito!
E’ pur vero che di pazzi in giro ce ne sono tanti, ma è altrettanto provato che di cittadini sì indignati, ma onesti, non violenti e sani di mente ce ne sono ancora, ma ancora di più! E proprio da questa sana indignazione, da questo diffuso malcontento della gente per bene e non violenta del paese, che poi è la maggioranza assoluta degli italiani, da questo non volersi rassegnare per abdicare passivamente alla legge non del “più forte” ma del “meno degno di rappresentare il popolo”, deve venire forte, pacifico, democratico e non violento un segnale di grande rinnovamento per quello che dovrà essere il nuovo Rinascimento Italiano!

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