Cambiamenti in atto: l’inflazione.

di Attilio Runello. Il nostro paese, che vive in un mondo ormai globalizzato, sta attraversando grandi mutamenti.
Il COVID-19, il grande flusso di emigranti, il conflitto in Ucraina e le sue conseguenze, la denatalità, il PNRR, l’inflazione, i cambiamenti climatici, la crisi degli approvvigionamenti energetici, le frizioni con i grandi paesi autocratici, il rapporto atlantico e comunitario.
Altre problematiche potrebbero arrivare dallo spread per il momento sotto controllo, da una eventuale politica aggressiva cinese (Taiwan).
Per fortuna l’epoca delle manifestazioni di piazza violente sembra superato, la nostra economia è ritornata ai livelli precrisi e rimaniamo un paese esportatore di manufatti con un elevato livello tecnologico.
I nostri settori trainanti come turismo, tessile, agroalimentare, macchinari, telecomunicazioni, bancario sembrano reggere alla concorrenza.
Rimane ancora un paese con una lenta burocrazia che pone un freno alle opere pubbliche, ma anche alla realizzazione di parchi eolici e fotovoltaici, alle ricostruzioni post alluvione o post terremoti.
L’inflazione colpisce il paese da circa un anno. Tutti hanno potuto vedere l’aumento delle bollette della luce e del gas. Adesso sembra rientrato. Rimane quello degli aumenti dei generi alimentari. Le spese insopprimibili. Anche nei cosiddetti discount.
Anche il mercato delle automobili sempre più sofisticate, alias ibride, ha registrato un aumento. Al di sotto dei quattordicimila  euro si trova ben poco. È quanto un dipendente medio guadagna in un anno.
Bisogna ricorrere all’usato con lo scudo di Damocle: limiti alla circolazione al di sotto di euro quattro se diesel. E domani?
Dall’Unione Europea arrivano molti finanziamenti ma legati ad investimenti non ad aiutare le persone ad arrivare a fine mese.
Insieme al PNRR arriva una politica economica volta a contenere l’inflazione. È quella di ridurre il denaro circolante. Lo farà non acquistando più i titoli di stato emessi da tutti i paesi europei. Avrà come effetto immediato un impoverimento del bilancio dello stato. Speriamo che non aumenti il carico fiscale.
Sull’aumento dei generi alimentari – da cui eravamo al riparo da circa venti anni – influisce la più o meno abbondanza dei prodotti sul mercato ( siccità, alluvioni non aiutano) i costi della logistica, Il costo delle raccolte, dell’acqua per irrigare. Dubitiamo che si possa ritornare a trovare discount che vendevano con prezzi al di sotto dell’euro. Oggi anche un chilo di pane costa dai tre ai sei euro al chilo. Alta gioielleria.
Gli aiuti dello stato latitano.
Lo stato è impegnato a pagare gli stipendi dei circa tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici, a sostenere il sistema sanitario e l’istruzione. A sostenere il mercato che garantisce produzione di beni e posti di lavoro e le spese di comuni, province e regioni che fanno a gara ad offrire sempre più servizi e a spendere di più i soldi che arrivano dalle tasse che tutti paghiamo.
Dall’Unione in questo momento sembrano arrivare scelte corrette ma che avranno come conseguenza costi per tutti, anche per chi non se li può permettere. Dal 2035 potranno circolare solo auto elettriche il cui costo al momento è doppio rispetto a quelle tradizionali.
Alle case verrà posta gradualmente una classe energetica sempre più vicina alla A, con costi notevoli per apportare le modifiche.
Alla nostra agricoltura si vorrebbe togliere un dieci per cento del seminato per trasformarlo in paludi per favorire la biodiversità. Pensate che con meno superficie da coltivare avremo prezzi più bassi dei generi alimentari?

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1 Response

  1. Arnoldo ha detto:

    SINTESI SINTESI SINTESI

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