Caivano sei mesi dopo.

di Attilio Runello. Come è risaputo i nostri media sono abilissimi a riempire le pagine o le trasmissioni di un argomento e poi altrettanto abili nell’abbandonarlo per un altro tema.
E così mentre del comune di Caivano si riempivano le pagine dei mesi fa adesso lo abbiamo dimenticato.
Se ne è occupato in questo giorno il web magazine  vita.it.
Afferma che a Caivano, nel parco verde alcune promesse sono state mantenute.
Il parco verde è costituito da un insieme di edifici che ospitano persone che hanno perso la casa a seguito del terremoto dell’Irpinia. Risale dunque agli anni Ottanta e gli edifici hanno tutte le caratteristiche dell’edilizia popolare.
Fra queste palazzine si consumava lo spaccio e si è consumato lo stupro di alcune ragazzine.
In questi mesi la presenza delle forze dell’ordine è aumentata. I controlli su tutti gli abitanti sono frequenti
Lo spaccio non c’è più, o forse si è spostato.
Le scuole della zona hanno più insegnanti e stanno aperte anche al pomeriggio.
Una insegnante ha iniziato a fare dei corsi di sport  in una struttura ancora fatiscente.
È molto. Perché se si è in presenza della criminalità organizzata qualsiasi tentativo di riscatto è inutile.
Tuttavia le persone che vi vivono sono povere, mancano opportunità di lavoro. La gente che abita in questi condomini non paga nulla. E sembra che debba pagare un canone, pena lo sfratto. Anche se erano terremotati?
Una famiglia con bimbi piccoli lamenta l’impossibilità di trovare un lavoro
Vivono, dichiarano, con 45 euro a settimana. Giusto per fare un po’ di spesa.
Ma non dovrebbero ricevere gli assegni familiari di circa 200 euro a figlio ogni mese? Oppure non sanno nemmeno che esiste? E un assegno di inclusione per chi è povere non è previsto?
Lamentano l’assenza di una mensa a scuola, dove ormai c’è il tempo pieno.
Aspettano  che tutto arrivi dall’alto.
Metteteci del vostro.
Forse se si aprisse un centro di un sindacato che li aiuta a fare le domande per i vari assegni cui hanno diritto non sarebbe male

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