Berlusconi benedice Giorgia-Premier: “Meloni ha le carte in regola per guidare il governo”.

Silvio Berlusconi, alle prese non solo con la sua carta d’identità, ma anche e soprattutto con l’emorragia interna di Forza Italia e con i numeri che a stento gli consentiranno di superare la soglia di sbarramento del 3%, obtorto collo e conti alla mano (l’eventuale cartello FI+Lega naufragato nel nulla di fatto, perchè non riusciva comunque a superare Fratelli d’Italia e a strappare la Premiership a Giorgia Meloni) si vede costretto a confermare la regola che è sempre stata del centrodestra: chi nella coalizione prende un voto in più ha il diritto di indicare il candidato premier.

Il leader di FI chiarisce quindi che non ci sono veti sulla Meloni premier: “Giorgia Meloni, come Matteo Salvini, come tanti esponenti di Forza Italia e degli altri partiti della coalizione, ha tutte le carte in regola e l’autorevolezza per guidare un governo di alto profilo, credibile nel mondo, saldamente legato all’Europa e all’Occidente”.

“Le tre grandi forze politiche del centrodestra sono tutte necessarie numericamente per vincere e politicamente per governare – sottolinea Berlusconi. Quindi non ha senso valutarle sulla base di sondaggi. Esiste la parte proporzionale perché siano gli elettori a misurare il peso dei singoli partiti”.

Parlando delle fuoriuscite da FI poi, si dice “amareggiato, sia per la scelta che per il metodo che hanno voluto seguire”.

Con riferimento a Brunetta, Gelmini e Carfagna, “ho continuato ad illudermi fino all’ultimo che prevalessero le ragioni della coerenza ed anche della convenienza. Hanno rinnegato non me, ma i loro elettori, la loro storia, la loro vita”, afferma Berlusconi, e aggiunge: “L’idea di un centro disancorato dal centro-destra porta ovviamente a creare un finto centro, alleato alla sinistra. Il contrario di quello che accade in Europa, di quello che chiede il Ppe. L’idea di una coalizione che vada da Calenda e dalla Bonino all’estrema sinistra di Speranza certamente mi preoccupa ma al tempo stesso mi fa sorridere”.

Secondo Berlusconi “il futuro governo di centro-destra avrebbe bisogno di un’opposizione seria e qualificata, non di un confuso agglomerato di sigle e di leader senza seguito. Il fatto che Enrico Letta sia pronto a seguire questa strada non mi stupisce ma mi preoccupa. Quello che mi lascia esterrefatto è che persone con la nostra storia e i nostri valori pensino di poter stare in quel progetto, in quel Campo Largo sempre più simile ad un Campo Santo”.

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3 Responses

  1. Sivora ha detto:

    Il centrodestra praticamente crede di aver risolto i suoi problemi attraverso delle posticce promesse prese su un quotidiano, La Verità, dove si impegna, in caso di vittoria, a non attuare certificati verdi e restrizioni. A parte il fatto che già c’è un autogol nella premessa. Se il centrodestra dovesse perdere, non si opporrebbe a restrizioni e altre misure autoritarie? C’è poi un altro aspetto che denota la faccia di bronzo di questa gente. Dopo aver passato gli ultimi due anni a consentire ai carnefici stranieri di fare carne di porco del Paese, il centrodestra, come se nulla fosse, dice in pratica “abbiamo scherzato, adesso ridateci il voto”. Non funziona così. L’operazione terroristica del coronavirus è stata la prova del 9. È stata la prova che ha consentito di capire chi è veramente contro questo potere e chi invece recita una parte. Le maschere, e le mascherine, sono cadute e non possono essere più rimesse. I cocci sono rotti e non si rimettono al loro posto. Sono i cocci della liberaldemocrazia.
    (fonte Cesare Sacchetti Telegram)

  2. Pascal ha detto:

    Debito Pubblico,…. i problemi che si troverà ad affrontare il nuovo Esecutivo fanno tremare i polsi.
    Chiunque andrà con i milioni di Irregolari donatici dalla lamoprgese non si divertirà.

  3. Tullio ha detto:

    I sindaci del PD rispondono picche al loro partito e non si candidano. Ciò vuol dire che il PD non avrà i voti dei candidati che trascinano, o forse trascinavano, le ultime clientele del partito. A questo giro per il PD non si tratta soltanto di rastrellare voti che ormai non ci sono più. Si tratta proprio di una questione di sopravvivenza. C’è un partito e un intero sistema politico che si stanno estinguendo. La crisi della politica iniziata nel 2020 quando è stata inaugurata la farsa pandemica non si arresta. Accelera verso la sua destinazione finale: il tramonto della liberaldemocrazia e della sua classe politica.

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