Altro che tremila euro al mese, i grillini prendono il doppio!

Una delle bandiere sventolata dai 5stelle sulle macerie della prima e della seconda repubblica è la lotta ai privilegi della casta e agli stipendi d’oro degli onorevoli. Tant’è che tutti i grillini eletti, per dare il buon esempio, hanno rinunciato in prima persona ad incassare la diaria per intero devolvendo buona parte di questa ad un fondo unico di solidarietà per il microcredito alle aziende in difficoltà: tanto di cappello! Ora però, stando a quanto scrive il Giornale, sembra che quella bandiera non sventoli più
spiegata ai sette venti, ma rischi di ripiegarsi su se stessa, di afflosciarsi e di restare appesa a mezz’asta, perchè in realtà i pentastellati guadagnerebbero molto di più dei circa 3mila euro al mese di cui parlano quando vanno in televisione. A spiegare il meccanismo in base a cui ciò avverrebbe è Lorenzo Andreghetti, un ex collaboratore parlamentare del Movimento, un tempo assistente del deputato pentastellato Paolo Bernini. Dalle sue dichiarazioni viene fuori che, per esempio, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio potrebbe contare in realtà su 7.620 euro al mese, Roberto Fico (presidente della Commissione di vigilanza Rai) su 6.888 e Alessandro Di Battista su 5.462. Ma come funziona il meccanismo utilizzato all’interno del Movimento che ha comunque il merito di essere l’unico a restituire parte degli emolumenti e destinarli a finanziare in particolare le piccole imprese (ad oggi sono stati restituiti 20,5 milioni)? Lo spiega, appunto, Andreghetti, “licenziato” a suo tempo dal parlamentare con cui collaborava. In un post su Facebook premette: “Odio fare i conti in tasca altrui ma ho letto troppe imprecisioni in questi giorni sul tema. Io lavoravo come collaboratore e quelle rendicontazioni le compilavo personalmente. So come funziona il giochino”. Su Lettera 43 poi arriva il dettaglio del meccanismo utilizzato. In pratica l’importo lordo degli stipendi grillini verrebbe “decurtato della somma delle restituzioni mensili, ma vanno aggiunte svariate voci che però vengono dimenticate quando si chiede conto ai parlamentari a cinque stelle di quanto guadagnino”, afferma l’ex portaborse che fa l’esempio di Luigi Di Maio. Di MaioIl vice della Boldrini “riceve entrate sul suo conto corrente per 60mila 960 euro (al netto), oltre a 99mila 892,38 euro di rimborsi forfettari. Le uscite documentate – si legge sul quotidiano diretto da Sallusti – sono relative esclusivamente ai bonifici da lui fatti, ovvero i 25mila 122,32 euro l’anno restituiti per scelta politica dal M5s e poi la quota che il deputato usa per pagare gli assistenti, che ammonta a 44mila 280 euro annui. Entrate meno uscite, ovvero 60.960 + 99.892,38 – 25.122,32 – 44.280, fanno 91mila 450 euro all’anno. Dunque 7.620 al mese. Questa è la cifra reale con la quale Di Maio vive a Roma…”. Per Alessandro Di Battista, invece, “a fronte di restituzioni più alte, lo stipendio è più basso di quello del collega, 5.462 euro mese, ma sempre più alto dei famosi 3mila euro. Roberto Fico, sempre secondo Andreghetti, prenderebbe invece “al netto di tutto 6.888 euro al mese”.  alla fine del conto andrebbe aggiunto – stando sempre alle dichiarazioni riportate tra virgolette dal Giornale – che “treni, autobus e aerei sono gratis per i deputati” e di conseguenza “chi inserisce queste voci nei capitoli di spesa ci sta marciando”. In definitiva – fa notare il Giornale – l’impressione è che “a guadagnare 3mila euro reali al mese sia solo una minoranza degli onorevoli e senatori del M5s”. Insomma, la politica e la democrazia hanno un costo per tutti, nessuno escluso, e sarebbe impossibile sostenere il contrario. E noi cittadini siamo ben lieti di pagare il giusto ai nostri eletti, purchè si dimostrino all’altezza del mandato affidatogli. E’ come quando chiami in casa un idraulico: se è bravo, se ti risolve il guasto, se ti rilascia la fattura, quei soldi glieli dai ‘volentieri’, idem ai politici onesti e capaci!

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