Amnesty International: Basta stringere accordi con chi tortura e uccide!

di Amnesty International. Negli ultimi cinque anni sono state oltre 82.000 le persone intercettate in mare e riportate in Libia: uomini, donne e bambini andati incontro alla detenzione arbitraria, alla tortura, a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, agli stupri e alle violenze sessuali, ai lavori forzati e alle uccisioni illegali.

Sono diversi i motivi per cui hanno lasciato e continuano a lasciare i loro paesi d’origine. Alcuni sono fuggiti a causa di guerre, carestie o persecuzioni. Altri sono partiti in cerca di una migliore istruzione o opportunità di lavoro. Molti di loro intendono rimanere in Libia, mentre altri sognano di raggiungere l’Europa, o sono spinti a farlo dal peggioramento delle condizioni del loro paese.

Dalla fine del 2016, i paesi dell’Unione europea hanno attuato una serie di misure per bloccare le rotte migratorie dalla Libia attraverso il Mar Mediterraneo. La cooperazione è poi aumentata considerevolmente con l’adozione di un Memorandum d’intesa bilaterale, firmato da Italia e Libia il 2 febbraio 2017.

Il Memorandum scadrà nel febbraio 2023 ma sarà rinnovato automaticamente per altri tre anni se le autorità italiane non lo annulleranno entro il 2 novembre 2022.

È giunto il momento di porre fine a questo approccio vergognoso che mostra un totale disprezzo per la vita e la dignità delle persone. Chiediamo, al contrario, l’apertura di percorsi legali urgentemente necessari per le migliaia di persone intrappolate in Libia e che hanno bisogno di protezione internazionale.

Non possiamo continuare a stringere accordi con chi tortura e uccide.

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