Afghanistan, le attiviste di Pangea salve grazie ad una ‘P’ sulla mano.

di Attilio Runello. Riportiamo un comunicato dell’Agi sul salvataggio di 270 persone dell’associazione Pangea presente in Afganistan e le cui attiviste da giorni non riuscivano a partire dall’aeroporto di Kabul per via della calca ai cancelli: “Una ‘P’ sul palmo della mano, la firma della salvezza. Se la sono disegnata le attiviste afghane di Pangea, assieme ai loro familiari, in tutto 270 persone, per farsi riconoscere dai carabinieri del Tuscania che le hanno accompagnate al gate dell’aeroporto di Kabul da dove sono partite per Roma, lasciandosi indietro la paura dei talebani. Da giorni le avevano nel mirino per l’impegno da molti anni nella ‘costruzione’ e nella difesa dei diritti delle donne.”

Infatti i carabinieri del Tuscania sono usciti dai cancelli per andarle a cercare e scortarle sino all’ingresso.

Il comunicato continua dicendo: “Il presidente dell’organizzazione milanese, Luca Lo Presti, racconta all’AGI l’operazione, con scene epiche come quella del giovane console italiano Tommaso Claudi “in piedi sui container” per avvistare uomini e donne da mettere in salvo.”

“Si è deciso di portare in Italia anche i cari delle attiviste perché “nei giorni scorsi, dopo che abbiamo messo in luoghi protetti le ragazze, i talebani se la sono presa coi loro parenti, portando via fratelli e bambini, oltre a bruciargli le case”.

D’altra parte uno degli strumenti usati dai talebani è proprio quello di prendersela con i familiari delle persone che combattono. Lo facevano anche con i familiari dei soldati dell’esercito. E questo ha contribuito ha farli vincere.

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1 Response

  1. Flavio Ezio ha detto:

    AUSTRIA – SLOVENIA – UNGHERIA: hanno detto NO ad accogliere gli afgani.
    Sono Paesi razzisti? Sono Paesi che hanno la schiena dritta e che non si piegano.
    Non è possibile accogliere accogliere accogliere accogliere come fa l’Italia.

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