Adulti ‘veri’ per il sorriso dei giovani.

di Don Antonio Mazzi. Quando i nostri figli adolescenti arrivano ad agire e a parlare come criminali, dobbiamo umilmente ammettere che l’impianto educativo va ripensato

“Seguire la propria visione, ma anche ascoltare, non far prevalere la furia creativa e l’energia dell’età” – così consigliava ai giovani Alessandro Gassman nel film “Il Professore”Invece è successo l’infinitamente contrario per alcuni minori in Brianza che da mesi esercitano aggressioni contro altri coetanei, spogliandoli, malmenandoli, quasi massacrandoli facendo gare di raffinata cafoneria. Agghiacciante, poi, lo slogan che accompagna rapine e malversazioni: “Rubiamo tutto quello che ci piace, tanto voi avete tanti soldi”.

Tutte queste vigliaccate, che diamo il nome di baby gang, erano quasi sempre accompagnate da gruppi di altri ragazzini e ragazzine che osservavano la scena incitando a colpire più forte. Siamo sempre davanti a fatti incontrollabili e in velocissimo peggioramento. Ed è quasi nocivo che continuiamo a raccontarli, carichi di particolari.

Tutti i nostri anni di esperienza davanti a contegni così devianti ci aiutano solo ad aumentare il senso di nullità. Ci coglie quasi una nausea da depressione. Capiamo di non capire assolutamente niente, col rischio di non accorgersi, perché dietro a ciò che crediamo di vedere c’è tutto un mondo di ricatti impensati: ritornare ad esempio sui luoghi dello schifo per punire un altro gruppetto di ragazzi, accusati di aver fatto la spia agli sbirri, la dice lunga. Proibire qualsiasi cosa e punire minori che già sono sottoposti a custodia tutelare, li fanno sorridere. Arrivati a certi livelli tutto diventa possibile e tutto diventa inutile. Dice lo psicologo Matteo Lancini che se il comportamento giovanile è valutato in base ai parametri di maturità e immaturità, si corre il pericolo di interpretare i gradi di vitalità creativa-distruttiva della mente adolescenziale, quasi fossero pilotabili.

Tutto il nostro impianto educativo va ricalibrato su un territorio, dal sottosuolo ricchissimo, ma col suolo seminato selvaggiamente a mò di foresta. Come disboscarlo, per trovare il tesoro? Siamo analfabeti e solo partendo da questa nostra presenza umile, potrà nascere una nuova presenza educante, fatta soprattutto di relazioni, avventure, rischi e ascolti intensi.

Ascoltare le urla ci “rompe” un po’, ma ascoltare le ribellioni ci distrugge. Mosè è partito dal roveto, noi dobbiamo partire dalle ceneri. E non illudiamoci per aver sgominato la baby gang. Siamo solo alle prove!

Fonte: https://www.exodus.it/notizie/2021/se-mose-e-partito-dal-roveto-noi-dobbiamo-partire-dalle-ceneri-13-12-2021.html#news

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