Adesso ci accusano pure di campare troppo!

La responsabilità della genteperbene, la colpa dei soliti noti – oltre quella di pagare le tasse fino all’ultimo centesimo con quei quattro soldi di pensione e di mandare al governo certi personaggi – sarebbe pure quella di ‘campare’ troppo! Sui conti pubblici, non graverebbero le ‘loro’ ruberie ed i ‘loro’ privilegi, ma “il fattore longevità”, che minaccia la sostenibilità del bilancio dello Stato con il rischio di far schizzare il rapporto debito-pil di oltre 50 punti percentuali. Insomma abbiamo preso la cattiva abitudine di campare troppo! ‘Loro’ ci provano in tutti i modi e con ogni mezzo ad invertire il trend, a toglierci di mezzo, insomma! Ma i soliti noti, la genteperbene, nonostante stipendi e pensioni da fame, precarietà, malasanità, inquinamento, scorie e tossine varie, non molla! E’ dura a morire! Resiste! In barba a riforme e controriforme che continuano a scavarci la fossa L’allarme è lanciato dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), secondo il quale l’allungamento delle vita implica costi enormi che possono essere compensati con l’aumento dell’età pensionabile, il versamento di maggiori contributi e una riduzione del deficit. E’ però necessario che i governi agiscano subito in quanto le misure ad hoc per mitigare i rischi ”impiegano anni per dare i loro frutti”. L’allungamento delle prospettive di vita ha ricadute sia sul settore pubblico, sia sul settore privato. ”Le implicazioni finanziarie del vivere più del previsto sono molto grandi: se nel 2050 la vita media si allungherà di 3 anni rispetto alle attese attuali, i costi già ampi dell’invecchiamento della popolazione aumenteranno del 50%”. Ed è per questo che i governi devono correre ai ripari in fretta. Le autorità devono essere consapevoli della loro esposizione al rischio di longevità e favorire iniziative per trasferire il rischio. Particolare attenzione andrebbe inoltre data ad una maggiore educazione finanziaria. ”Pochi governi ammettono il rischio longevità. Quando lo fanno, riconoscono che è ampio”. L’allungamento della vita non è l’unica minaccia per la stabilità finanziaria. A preoccupare il Fmi è anche il mix fra un balzo della domanda di asset sicuri e la loro scarsità (nel 2016 ce ne saranno 9.000 miliardi di dollari in meno) che ha ”implicazioni negative sulla stabilità finanziaria. ”La crisi finanziaria e i crescenti timori sulla sostenibilità del debito in diverse economie avanzate ha mostrato come nessun asset può essere considerato come interamente sicuro” mette in evidenza il Fondo, secondo il quale ”le distorsioni di mercato rendono più difficile per gli asset sicuri (che includono i Treasury americani, i bund tedeschi e, forse, i bond delle aziende) di svolgere il loro ruolo sui mercati globali. L’aumento dell’incertezza, le riforme di regolamentazione e le risposte straordinarie post-crisi delle banche centrali nelle economie avanzate hanno spinto la domanda per gli asset sicuri”. Forse per sanare i conti pubblici, per assecondare i mercati e per far piacere al Fmi, alla Bce, alla Ue e via discorrendo, dovremmo tutti darci una mossa e passare in fretta a miglior vita, nel modo dei più, oppure… sì staccare la spina, ma ai ‘loro’ giochi di palazzo!

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