Scuola: firmato il contratto, aumenti da 80 a 110 euro… lordi!

Dopo quello degli Statali, dopo 10 anni di blocco e, guarda un po’ il ‘caso’, proprio a ridosso delle elezioni, è stato firmato all’Aran anche il contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca che interessa 1 milione e duecentomila tra docenti, personale ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi. Gli aumenti salariali sono in linea con quanto già stanziato per tutto il pubblico impiego: da un minimo di 80 euro lordi ad un massimo di 110 euro lordi, mantenendo per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro. Ma i soldi messi in busta paga ai prof, come per tutto il comparto della P.A., sono pochi, troppo pochi per coprire il saldo di dieci anni di vacanza contrattuale durante i quali tasse e costo della vita in generale sono arrivati a livelli che non possono essere compensati dalla questua contrattuale! Eppure per far contenti tutti gli Statali, senza mettere le mani nelle tasche degli italiani, la soluzione sarebbe proprio lì, a portata di decreto: redistribuire le risorse economiche tra i pubblici dipendenti, togliendo a chi guadagna esageratamente troppo (Quirinale, Camera, Senato, Segreterie particolari, ecc, ecc,), e dando a chi guadagna troppo poco!

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