Adesso basta! Sciopero Cgil e Uil.

“Adesso basta!’: al via lo sciopero e la manifestazione di Cgil e Uil per cambiare la manovra e le politiche economiche e sociali del governo Meloni. Grande assente la Cisl che manifesterà sabato 25 novembre.

Lo sciopero è di 8 ore o intero turno di lavoro a livello nazionale per il pubblico impiego, la scuola, l’università e ricerca, la sanità e gli addetti di Poste. Dopo la precettazione, per il settore dei trasporti, dai bus e metro ai treni – esclusi i voli che sono regolari – lo stop è di 4 ore, dalle 9 alle 13. Così come per i vigili del fuoco. Incrociano le braccia per 8 ore anche le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Centro. E’ la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil: in tutto cinque giornate con scioperi e manifestazioni in 58 piazze, con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale, che poi coinvolgeranno le regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre. Sicilia e Sardegna si fermeranno rispettivamente il 20 e il 27 novembre.

Nella capitale l’appuntamento è in piazza del Popolo, con i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.

La mobilitazione è stata promossa dalle due confederazioni “per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente. Adesso basta!”.

“Noi siamo qui perché rappresentiamo la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi il Paese e che oggi non viene ascoltato da questo governo: in questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Noi a differenza del governo abbiamo in testa di dare un futuro al Paese, ai giovani. La precettazione è un atto che parla da solo e che nella storia democratica e repubblicana di questo Paese non si è mai visto, mai da nessun governo”.

“Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica e nel governo”!

“La risposta che c’è oggi in questa piazza dimostra che non il sindacato, non Landini o Bombardieri, ma le persone non vogliono rinunciare alla democrazia e ai loro diritti. Se il governo è capace di ascoltare, allora cambi idea, smetta di fare cavolate e ritiri la precettazione e finalmente apra la trattativa anche con noi che stiamo avanzando proposte per migliorare questo Paese. Se pensa di non ascoltarci noi continueremo fino a che non otterremo risultati”.

Queste le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla manifestazione in piazza del Popolo.

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5 Responses

  1. roberto b ha detto:

    Caro carlo b, in questo mondo nulla ti viene dato gratis, tutto deve essere conquistato attraverso la lotta. E’ sbagliato addossare ad altri la propria situazione economica, in questo caso alla triplice, perchè questo atteggiamento può esser preso come una rinuncia ai propri interessi.
    un saluto
    roberto b

  2. carlo b. ha detto:

    Caro roberto b, il mio sarà pure un modo distorto, ma il tuo è contorto! Volevo semplicemente dire che se oggi ci troviamo con stipendi da fame e a lavorare fino a 70 anni questo lo dobbiamo anche alla Triplice… chi ha orecchi intenda!

  3. roberto b ha detto:

    Dando una occhiata in giro, anche oggi abbiamo il “loro” condono. Questo governo continua a dare mance;sono 17, ai propri sodali. Con quali soldi pagano queste mance? ma naturalmente con i soldi dei lavoratori e dei pensionati. Secondo me è ora di svegliarci.
    x carlo b.
    Naturalmente a lei andava bene il boccone avvelenato del governo Monti, se critica ancora chi tenta di migliorarlo. Il suo è un modo distorto per criticare.
    un saluto
    roberto b

  4. Giacomo-TO ha detto:

    Adesso Basta, lo diciamo noi lavoratori a voialtri che avete svenduto le nostre vite!

  5. carlo b. ha detto:

    Ma dov’erano Landini e Compagni quando il governo Monti ci ha rifilato il boccone avvelenato della riforma Fornero sulle pensioni?

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