Abbiamo toccato il fondo? Macchè, il peggio deve ancora venire!

di Renato Cozzolino. Ho un passato e un presente, ma non vedo un futuro. Quello non riuscirei nemmeno a descriverlo, purtroppo. So solo che a parole è facilissimo coniugarlo e definirlo, ma nei fatti, in concreto, sta diventando un’illusione. E non dovrebbe esserlo. Soprattutto per un giovane. La maggiore responsabilità è della classe politica nel suo insieme, maggioranza ed opposizione. Il problema di fondo è che la politica da molti anni è prigioniera di chi gli permette di
dettare i ritmi e i contenuti del dibattito. La colpa è generalizzata, perché anche chi oggi è all’opposizione si è accorto con troppo ritardo delle condizioni disastrose del Paese, delle condizioni di due/tre generazioni che hanno smarrito il loro futuro. Tutti coloro che si sono insediati al Governo hanno ignorato per anni i dati allarmanti sull’emigrazione all’estero, sullo svuotamento del Sud per la nuova ondata di migrazione interna. Le misure sulla flessibilità poi hanno rappresentato una svolta violenta che ha massacrato i lavoratori. Molti dicono che a noi giovani manca l’umiltà di accettare “lavori più umili”, ma io invece dico che l’umiltà manca ad altri, a chi si considera arrivato perché siede su una poltrona in cui è stato messo da uno pseudo dittatore. “Lavori più umili” è un’espressione che non sopporto, perché non esiste il lavoro umile o altolocato, esiste solo il lavoro onesto: ogni attività lavorativa pulita ha pari dignità e pari utilità. Il netturbino, il muratore o il contadino sono considerati lavori di basso profilo? Beh, se non vi fossero vivremmo in mezzo alla spazzatura (anche se ormai non bastano solo i netturbini), non avremmo chi costruisce o restaura i palazzi e le case, né frutta o verdura fresca sulle nostre tavole. Quindi l’errore snobista lo fa chi dice certe stronzate. La gran parte dei giovani oggi è impiegata in mansioni che non hanno nulla a che vedere con le loro reali competenze e qualifiche. Io sono del Sud, sono Campano, sono uno delle centinaia di migliaia di giovani che vorrebbe andar via da questo Paese che non offre più alternative, ma non credo che sia una soluzione scappare. Non è giusto, sarebbe un dolore troppo forte che ci porteremo dietro, una scelta obbligata, una costrizione che metteremo nel conto quando cresceremo vedendo gli altri, gli amici, gli affetti andare via. Ma per attirare l’attenzione di questi “intoccabili” cosa bisogna fare? Darsi fuoco come qualcuno ha fatto? Oppure salire su una gru come gli immigrati in Italia? O spaccare tutto e assediare il parlamento come hanno fatto i giovani greci? Forse dovremmo fare quest’ultima cosa, la più utile, forse dovremmo bloccare le piazze, le strade, spingere le forze dell’ordine a stare con noi, perché anche i loro figli sono nelle nostre condizioni, perché siamo tutti popolo e dovremmo combattere contro chi pensa di governare il popolo come se fosse un gregge, sebbene gli italiani oggi non sono poi tanto dissimili da un allevamento di pecore! Ma per arrivare ad invadere le strade ad oltranza e non solo per un giorno, in questo Paese bisogna toccare il fondo. Qualcuno mi dirà: “Più di così?”. Beh… io credo che non abbiamo ancora visto tutto!

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