Virginia Raggi. Più che un daje è un aridaje, ma perchè!?

di Redazione. “Daje”. E’ l’incitazione tipica romana con cui è arrivato l’endorsement di Beppe Grillo sulla ricandidatura di Virginia Raggi alla guida del Campidoglio, anche se sarebbe stato più corretto dire “Aridaje” dal momento che la “prima” è andata… come peggio non poteva andare.

Comunque, il fondatore del Movimento si limita a pubblicare un post con una foto in cui lui abbraccia la Sindaca di Roma e senza altri commenti la incita con questo incoraggiamento a fregarsene del vincolo del “doppio mandato”, ad infischiarsene di aver perso tutte le sfide con i problemi dei romani, problemi rimasti irrisolti sul tavolo, o meglio su quella  “tavola apparecchiata” che lei “non vuole lasciare a nessuno”, e comunque a correre di nuovo per governare la Capitale d’Italia.

Ma Beppe Grillo non vive a Roma laddove, invece, tra buche, allagamenti, ‘monnezza, topi, traffico, smog, mezzi pubblici in fiamme, “sopravvivono” i romani nel degrado generale di una città abbandonata a se stessa. Romani che, tra l’altro, stanno ancora aspettando di poter salire sulla “funivia” promessa dalla Sindaca!

Insomma, la Raggi a Roma ha perso ancor prima di andare a votare. E Roma non è un pacchetto di gomme da masticare con su scritto: “Hai perso. Ritenta! Sarai più fortunata!”.

I romani – salassati dalle addizionali comunali e dall’Imu sulla seconda casa con l’aliquota più alta d’Italia e sempre alle prese con i soliti problemi – non sono masochisti e quelli che hanno “sbagliato” cinque anni fa nel votare lei e i 5stelle, non saranno così diabolici nel perseverare se non altro per non infrangere la regola del doppio mandato, al contrario dei loro fondatori che pur di non staccare le terga dalla poltrona sono disposti a tutto anche ad allearsi con i due Matteo e perchè no, qualora la poltrona dovesse riprendere a vacillare, persino con Silvio Berlusconi!  

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