Ventotto miliardi richiesti al SURE. Li avremo? Chi e come dovrà restituirli?

di Attilio Runello. Il nostro governo alcuni giorni fa ha fatto richiesta di circa ventotto miliardi di prestito in base al SURE.
Pubblichiamo dal sito dell’Unione europea una spiegazione in italiano del SURE.
“Il sostegno finanziario agli Stati membri nel quadro di SURE sarà disponibile dopo che tutti gli Stati membri si saranno volontariamente impegnati e avranno firmato i rispettivi accordi di garanzia con la Commissione. A quel punto, SURE diventerà operativo e l’UE potrà sostenere gli Stati membri per tutelare i posti di lavoro e i lavoratori colpiti dalla pandemia di coronavirus, fornendo fino a 100 miliardi di euro in prestiti a condizioni favorevoli.
I prestiti contribuiranno a finanziare i regimi di riduzione dell’orario lavorativo degli Stati membri e misure analoghe, nonché alcune misure sanitarie supplementari sul luogo di lavoro, attuate per garantire che lavoratori dipendenti e autonomi continuino a percepire un reddito adeguato e che le imprese conservino il personale e garantiscano ai loro dipendenti un ambiente di lavoro sicuro. Tutelando la capacità produttiva delle nostre economie, SURE contribuirà anche ad assicurare una ripresa più rapida e completa una volta che l’emergenza sanitaria sarà superata.”

In altre parole il nostro governo ha fatto richiesta di attivazione di uno strumento che prevede che tutti gli Stati forniscano garanzie per la restituzione dei soldi. Queste garanzie ancora non ci sono. Da altri documenti risulta che si tratta di garanzie liquide. In altre parole devono anticipate una parte di questi soldi. Lo faranno?

Al momento peraltro non è specificato entro quanto tempo i soldi vanno restituiti. Si dice soltanto che non andrà restituito tutto insieme ma in tranche di massimo dieci miliardi.

L’impegno è ad adoperarli come cassa integrazione. Forse potrebbero essere adoperati per coprire la cassa integrazione già sostenuta.

In un momento in cui l’attenzione dei media sembra catturata dai “600 euro” che cinque parlamentari abbiano richiesto all’INPS Gentiloni – il nostro commissario agli affari economici – ha commentato dall’Unione europea che “non è il caso di farsi distrarre dalle richieste di seicento euro” quando bisogna attivarne una da ventotto miliardi. (Il dibattito dovrebbe riguardare il fatto che i seicento euro sono stati dati a pioggia, anche a coloro che hanno un fatturato elevato).

Ritornando al SURE non ci risulta che altri paesi ne abbiano fatto richiesta. Invece ci risulta che l’altro strumento di finanziamento cui si sta facendo ricorso – quello della emissione di titoli – ha raggiunto a giugno 2530 miliardi. A dicembre 2019 era di 2410 miliardi.
Chi è come dovrà restituire questi soldi? Quanto costerà soltanto in termini di interessi?

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