di Alessandro Sallusti. C’è il problema delle pensioni e c’è quello della disoccupazione, cioè abbiamo il problema di ingresso e di uscita dal mondo del lavoro.
Ma la vita di una comunità, il suo cuore pulsante, sta nel mezzo tra il prima e il dopo, sta nel mondo del lavoro che è la parte vitale del corpo. Fino a che il cuore batte c’è speranza, c’è possibilità che malattie e metastasi se ben curate si arrestino, che l’arto malato guarisca. Ma se il cuore si ferma, addio vita.
Il cuore dell’Italia, cioè la sua economia reale, è malato, ma il governo sembra voler curare solo le conseguenze del male (disoccupazione alta e pensioni tardive) invece che aggredire con decisione le cause della malattia, ovvero le difficoltà in cui si trovano imprese e lavoratori.
E dire che le medicine non mancherebbero e la terapia è nota e altrove sperimentata con successo: meno tasse, meno rigidità sul lavoro, più investimenti. Tutto il resto, sia pure animato da nobili intenti come occuparsi di pensioni e disoccupazione in modo assistenziale, è solo un comprare tempo, per di più a caro prezzo, in attesa di certificare il decesso.
Che la cura scelta da questo governo sia sbagliata lo dicono tutti in tutte le lingue del mondo, e questo qualcosa vorrà dire. Un medico incapace fa paura, e c’è un paziente che ha più paura di altri: è ancora tutto sommato sano, ma teme di essere infettato. È il Nord Italia, che fidandosi di Salvini era corso alle urne per rafforzare il Centrodestra e le sue proposte liberiste – a partire dalla flat tax – e ora si ritrova a bocca asciutta.
Ha voglia Matteo Salvini a scrivere lettere ai giornali locali del Nord per tranquillizzare il suo bacino elettorale primario. La verità è che questa gente si ritroverà presto a pagare i lazzaroni del Sud, non avrà alcuna diminuzione delle tasse, vedrà tagliate le pensioni che i Cinquestelle chiamano “d’oro”, i malcapitati rimarranno sotto processo a vita e saranno spiati e provocati dagli “agenti sotto copertura” voluti dal ministro della Giustizia su suggerimento del pm Davigo.
Matteo Salvini non deve spiegarci perché tutto questo sta per avvenire. Deve impedire che avvenga e ne ha la possibilità. Altrimenti sarà complice di chi sta uccidendo l’Italia partendo proprio dal Nord, territorio un tempo nel cuore dei dirigenti leghisti e oggi possibile merce di scambio dei soliti giochi di potere.
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