Vittorio Feltri: “A chi dà fastidio un premier con la gonna?”.

di Vittorio Feltri. In occasione del suo matrimonio folcloristico Berlusconi ha incoronato Salvini capo del centrodestra, il che significa che alle prossime elezioni, nel 2023, Forza Italia e Lega si presenteranno uniti, forse addirittura vincolati da una lista sola. Una strategia resasi indispensabile per assommare i voti piuttosto scarsi (stando agli ultimi sondaggi) dei due gruppi. In effetti è noto che l’Unione fa la forza, mentre lo sparpagliamento è padre della debolezza.

Ma dietro questo concetto universale c’è anche un altro ragionamento del Cavaliere: impedire a Giorgia Meloni, in costante ascesa nella classifica dei consensi, di uscire dalle urne come il primo partito italiano, quindi autorizzato ad esprimere il nuovo presidente del Consiglio, che sarebbe appunto la leader di Fratelli d’Italia. Una prospettiva che non va a genio né a Silvio e neppure a Matteo. Perché? Va da sé che il Cavaliere non possa essere considerato un misogino, cioè uno che considera le donne esseri inferiori. Lo stesso si può dire del capo del Carroccio che attualmente vanta più fidanzate che sostenitori, perciò escludo che la Meloni sia stata scartata dai due politici menzionati per motivi attinenti al genere.

Deve esserci di mezzo qualche cosa d’altro. Non sono un mago e neppure uno psicologo, per fortuna, ma un sospetto malizioso ce l’ho. Giorgia è una ragazza intelligente e volonterosa, si è costruita coltivando il proprio talento, ha cominciato l’attività pubblica in sordina e in breve tempo ha dimostrato una grande personalità. Il suo partito all’inizio aveva voti in percentuali omeopatiche, ma lei lavorando come un mulo e avendo il cervello di un’aquila, nel giro di pochi anni ha bagnato il naso sia a Berlusconi sia a Salvini. Ovvio che costoro la detestino perché più abile di entrambi nell’interpretare il sentire popolare.

Io, pur essendo di Bergamo, pertanto un po’ tonto, ho capito non subito, ma quasi subito, che questa signora aveva doti formidabili, e non sbagliavo. La stimo e la appoggio per quel che posso. Mentre i due campioni, quello di Arcore e quello di Milano, ovvio che la considerino una nemica, non per antipatia personale ma solo perché li ha superati entrambi. Per cui cercano di escluderla dalla partita elettorale. E non sanno, poverini, che invece ella giocando da sola li batterà poiché la gente ha capito che la fanciulla è una fuoriclasse e interpreta alla perfezione i sentimenti più diffusi. E la gente voterà Fratelli d’Italia, costringendo il Berlusca e l’uomo del Rosario a prendere atto che il prossimo premier avrà la gonna. Viva le gonne.

Naturalmente so che la Meloni incontrerà molte difficoltà, perché i suoi numerosi avversari la faranno passare per una bieca fascista. In mancanza di argomenti useranno pure questo. Invano.

Fonte: https://www.liberoquotidiano.it/news/commenti-e-opinioni/30955189/vittorio-feltri-giorgia-meloni-a-chi-da-fastidio-premier-gonna.html

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2 Responses

  1. Tjmon ha detto:

    Vedo che qualcuno manifesta preoccupazione rispetto al fatto che l’euro stia crollando contro il rublo. Il fatto che la moneta unica si indebolisca non deve essere motivo di preoccupazione ma piuttosto di gioia. Probabilmente alcuni ancora credono alle menzogne neoliberali secondo le quali i risparmi degli Italiani andrebbero in fumo qualora ci fosse una uscita dall’euro. Il neoliberismo ha invertito la causa con l’effetto. Non è una uscita dall’euro a erodere i risparmi. È l’ingresso nella moneta unica che ha fagocitato i risparmi degli Italiani che erano i più alti al mondo assieme a quelli del Giappone. Quando sentite dire che Draghi ha “salvato i risparmi degli Italiani” salvando l’euro state ascoltando una pura menzogna. Attraverso quel “salvataggio” Draghi ha condannato la nostra economia ad una deindustrializzazione ancora più feroce che ha eroso ancora di più i nostri risparmi. Tutto ciò che di disastroso il sistema attribuisce ad un ritorno alla lira è tutto ciò che è accaduto sotto l’euro. Il veleno che ha ucciso l’economia Italiana non si chiama lira. Si chiama euro.

  2. Parsifal ha detto:

    Questa dichiarazione resa dall’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, è piuttosto interessante. L’ambasciatore dichiara apertamente che c’è stato un vero e proprio golpe per rovesciare Donald Trump nel 2020 e questa operazione ha visto il coinvolgimento di Germania, Polonia e Francia. Nebenzya non ha menzionato esplicitamente il ruolo dell’Italia e di Leonardo nella frode nonostante abbiamo diversi elementi che confermano un ruolo attivo e decisivo dello stato profondo Italiano nel colpo di Stato internazionale perpetrato contro Trump. È probabile che l’ambasciatore abbia sorvolato all’epoca sul coinvolgimento dell’Italia per lasciare una porta aperta con Roma, considerata l’enorme stima che la Russia nutre nei confronti dell’Italia e del popolo Italiano. A distanza di due settimane circa, i rapporti tra Mosca e Roma si sono notevolmente deteriorati dal momento che il regime di Mario Draghi si è lanciato in aperte e spericolate provocazioni contro la Russia. Mosca quindi non solo potrebbe tirare fuori dal cassetto le sconvolgenti verità sulla strage di Bergamo ma potrebbe iniziare anche a menzionare come il ruolo del regime di Conte e dei suoi uomini tuttora seduti tra le fila dei banchi del governo di Draghi nell’Italiagate. Lo Stato profondo Italiano ha contro Trump da un lato e Putin dall’altro. Non vorrei davvero essere nei suoi panni.
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