Un paese in crisi di lavoro.

Non solo le retribuzioni dei lavoratori italiani sono tra le più basse del Vecchio continente e l’età pensionabile tra le più alte (67 anni + ‘speranza di vita’), ma anche gli indicatori del benessere dei giovani, in Italia, sono ai livelli più bassi in Europa: nel 2022, quasi un ragazzo su due tra 18 e 34 anni ha almeno un segnale di deprivazione, 4 milioni e 870 mila persone.

Secondo l’Istat, la dimensione con maggiori difficoltà è quella di istruzione e lavoro. Inoltre circa 1,7 milioni di giovani, quasi un quinto di chi ha tra 15 e 29 anni, non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione (i cosiddetti Neet). La quota di Neet cala fino a tornare a un livello prossimo al minimo del 2007, ma resta sopra la media Ue di oltre 7 punti e più bassa solo a quello della Romania.

Per risollevare le sorti dei giovani e dei meno giovani, a questo paese serve come il pane una seria riforma del lavoro che adegui le retribuzioni dei lavoratori al costo reale della vita, ed una altrettanto urgente riforma del sistema previdenziale che liberi più posti di lavoro a favore dei giovani costretti ad emigrare oppure a fare i Neet!

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6 Responses

  1. Libertà & Monarchia ha detto:

    L’Italia che non riesce a pagare il mutuo: 15 miliardi di rate arretrate. In affanno un milione di famiglie. In cima alla classifica delle inadempienze ci sono Lombardia e Lazio. La Fabi: «Morsa dei tassi e corsa dell’inflazione all’origine dei ritardi delle scadenze». MILANO. Arrivano quasi a quota 15 miliardi di euro il totale delle rate non pagate dalle famiglie italiane che hanno un mutuo o un prestito. Nell’ultimo periodo l’aumento del costo del denaro ad opera della Bce, l’incremento dei tassi e la corsa dell’inflazione hanno ridotto il reddito disponibile e hanno messo in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze relative ai finanziamenti. Oggi sono circa un milione le famiglie che sono indietro con i rimborsi. Sono in difficoltà soprattutto sui mutui, in particolare quelli a tasso variabile (un terzo del totale), che spesso rappresentano una fetta di rilievo del budget mensile. Intanto la preoccupazione è già sulla prossima riunione di luglio della Bce e su un altro rialzo dei tassi al 4,25%.. Più nel dettaglio, i crediti deteriorati delle famiglie sono arrivati, a marzo scorso, a 14,9 miliardi: si tratta di 6,8 miliardi di mutui non pagati, di 3,7 miliardi di credito al consumo non rimborsato e di 4,3 miliardi relativi ad arretrati di altri prestiti personali. Del totale di 14,9 miliardi, 5,7 sono sofferenze, cioè credito che la clientela non rimborserà più, altri 7,1 miliardi sono inadempienze probabili, vale a dire denaro che realisticamente le banche non recupereranno, mentre circa 2 miliardi sono rate scadute, quindi posizioni debiLe difficoltà delle famiglie riguardano soprattutto i mutui a tasso variabile, particolarmente colpiti dall’aumento del costo del denaro portato dallo 0 al 4% in 11 mesi: questa categoria di prestiti immobiliari vale in totale circa 140 miliardi e rappresenta un terzo del totale di 425 miliardi erogati.torie meno a rischio.

  2. Libertà & Monarchia ha detto:

    In un Paese in crisi di lavoro, il governo non trova di meglio che fare arrivare centinaia di MIGLIAIA di persone che cercano un lavoro, così le retribuzioni si abbassano e si innesca una bella Guerra fra poveri.

  3. nello s. ha detto:

    Dicono che l’aspettativa di vita è aumentata, ma per me è una balla colossale, amici e parenti ancora giovani li sto vedendo andare all’altro mondo uno dietro l’altro!!!

  4. perlomeno ha detto:

    in pensione a 70 mandateci la fornero che non staccherebbe le terga dalle sue poltrone d’oro neppure a 90anni!!!

  5. Katia20 ha detto:

    Vogliamo lavorare quando siamo giovani e non vecchi decrepiti come i nostri genitori

  6. dany ge ha detto:

    La pensione la vogliamo da vivi!

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