Un Dpcm che non risolve i problemi, ma li rimanda al buon senso degli italiani.

di Redazione. Anche per questo Dpcm, firmato Conte, si ha la netta sensazione che il governo giallorosso abbia perso un’altra occasione per combinare qualcosa di decente e che avrebbe fatto meglio a starsene zitto e buono invece di “decretare”! Infatti, quando non si sa cosa dire è meglio tacere. Così come quando non si sa come fare è meglio non fare. Piuttosto che minacciare di mandare i poliziotti in giro per i condomini a fare multe a chi invita a cena più di sei persone!

Quattro erano i problemi sul tavolo dell’esecutivo che ha avuto tutta l’estate per pensarci e poi “decretare”: sanità, scuola, lavoro e trasporti.

Ma nulla è stato fatto, tranne che prolungare lo “stato d’emergenza”!

Il Dpcm di Conte&compagni è un atto di resa, l’ammissione di non essere stati capaci di fare nulla, in tanti mesi di annunci e proclami, per garantire una riapertura del paese in sicurezza.

In buona sostanza gli italiani sono stati abbandonati a loro stessi e al loro senso di responsabilità con la “raccomandazione” del governo di non assembrarsi neppure in casa, “raccomandando” l’assurdo limite dei sei invitati e l’obbligo delle mascherine anche tra le mura domestiche.

Ma hai voglia a “raccomandare” il distanziamento sociale se poi costringi la gente ad andare a scuola e a lavoro pigiati come sardine su bus e metrò perché l’annunciato potenziamento del trasporto pubblico non c’è mai stato. Hai voglia a “raccomandare” di fare il vaccino influenzale e i tamponi se poi non ci sono. Hai voglia a “raccomandare” di indossare sempre e ovunque la mascherina se poi non c’è nessuno a controllare che lo si faccia.

Si possono fare tutte le “raccomandazioni” di questo mondo, ma se migliaia di cattedre nelle scuole sono tuttora scoperte, se i posti letto, gli infermieri e i medici scarseggiano negli ospedali e se il trasporto pubblico è del tutto insufficiente e inadeguato, un nuovo lockdown è solo rimandato!

E, comunque, prepariamoci al solito ‘scaricabarile’ tra Stato ed Enti Locali, perchè il governo dirà che le scuole, la sanità e i trasporti sono di competenza delle Regioni e dei Comuni cha a loro volta ribatteranno che è il governo che non li ha messi nelle condizioni economiche ed operative per fare fronte alla pandemia. 

P.S.: Camilla – GE : La domanda sorge spontanea: ma che ha fatto il governo in tutti questi mesi a parte riaprire e poi richiudere le discoteche?

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7 Responses

  1. Ric ha detto:

    Dopo aver letto e assimilato tutti i Dpcm; tutti gli articoli dei giornalisti; tutte le sparate dei conduttori tv; tutte le minacce e le chiose scientifiche dei virologi; assunto che non potrò più invitare figli, nuore, nipoti, perchè saremmo comunque sempre più di sei ho deciso che:

    1. Mia moglie ed io ci chiudiamo in casa in lockdown volontario e perenne.

    2. Restituiamo la app Immuni perché la usi qualcuno di quelli che intendono ancora uscire di casa.

    3. Ci impegniamo a indossare la mascherina Ffp2 ogni volta che andiamo sul terrazzo (as sa mai, si dice a Torino).

    4. Come tutta la fascia alta delle élite radical chic, abbiamo investito 97 mila euro in un letto attrezzato per la terapia intensiva (ventilatore, pompe di infusione, monitor). Come mi ha detto un amico prestigioso così, almeno noi che ce lo possiamo permettere, non costringiamo i medici ad andare contro il giuramento di Ippocrate, comportandosi come suggerisce l’imbarazzante Premier Rutte. E poi Presidente, noi siamo mica dei poveracci, noi siamo élite, vecchi ma pur sempre élite, non lo dimentichi mai: ciò che vale per i poveracci non vale certo per noi.

    5. Sul terrazzo abbiamo piazzato una carrucola con cestino in modo che contadina e pescatore possano da terra riempirlo di cibo. In giù euri fruscianti, in su cibo.

  2. Tiziana R. ha detto:

    Oggi ho parlato con un mio amico, infermiere a Napoli. Non ci sono emergenze in corso e se risultano più positivi è perché sono aumentati i test del tampone, neanche affidabile.
    I media dicono il contrario e aumentano il terrore.
    Non siete un po’ arrabbiati? Io sono disgustata.

  3. Max ha detto:

    Il paese è spaventato perché i vertici istituzionali hanno caldeggiato la comunicazione della preoccupazione costante, fino a evocare il senso di colpa per i divertimenti estivi. Il cortocircuito sul numero di persone da invitare a casa o la richiesta sibillina di ricorrere ai delatori per individuare i possibili trasgressori, ci dicono tantissimo su questa fase storica paludosa.
    Siamo passati da un odio (verso i migranti) a un altro (verso i covid-positivi), ma non ce ne stiamo accorgendo.
    Altro che fratellanza, quotidianamente viviamo atti d’intolleranza ed egoismo che vanno contro le più banali regole di convivenza umana. Dalla fila alla posta, alla metropolitana. Tutti contro tutti. Tutti fobici. Tutti schifiltosi. E meno male che appena qualche mese fa tifavamo per i nostri uomini in camice.

  4. NataleLockdown ha detto:

    Un lockdown a Natale potrebbe rientrare nell’ordine delle cose. Andrea Crisanti, virologo dell’università di Padova nel suo intervento questa mattina a Studio 24 su Rainews, ha spiegato che la possibilità di una chiusura generale nel periodo natalizio potrebbe essere utile per arrestare la crescita dei contagi e limitare il sovraffollamento negli ospedali.

    «Credo che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose: si potrebbe resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo», ha precisato l’esperto facendo l’esempio della Gran Bretagna.

    Crisanti spiega che una chiusura natalizia non interferirebbe con le scuole, che starebbero in vacanza e potrebbe aiutare il sistema sanitario in un periodo in cui, presumibilmente, si potrebbe arrivare al picco dell’influenza stagionale. Pone poi l’attenzione sui mezzi pubblici e il loro sovraffollamento e torna sul tema dei tamponi, ritenuti ancora troppo pochi per un adeguata prevenzione.

  5. Camilla - GE ha detto:

    La domanda sorge spontanea: ma che ha fatto il governo in tutti questi mesi a parte riaprire e poi richiudere le discoteche?

  6. Fabrizio-Bo ha detto:

    Per i lockdown regionali è solo questione di tempo. “Andando avanti così, tra due e tre settimane dovremo chiudere i confini”, spiega Fabrizio Pregliasco. Intervistato dal Messaggero, il virologo e ricercatore di igiene dell’Università degli Studi di Milano sembra preparare il terreno “psicologico” necessario a una nuova, drastica stretta: “La decisione non deve essere vissuta come preoccupazione da parte dei cittadini, ma come necessità, opportunità e responsabilità per sé e per la comunità di cui si fa parte”. Difficile, vista l’esperienza di tre mesi di lockdown generale più altre settimane di confini regionali chiusi nelle aree più a rischio.

  7. Ale R ha detto:

    In questi giorni stanno girando le immagini di autobus e metrò sovraffollati: gente addossata, ammucchiata, sia pur mascherata, come prima che scoppiasse la pandemia. E certo: chi deve andare a lavorare, mica può prendere il monopattino di Danilo Toninelli. Di qui, il pastrocchio: il governo non ha dato una mano (leggi risorse sufficienti) agli enti locali, affinché potessero procurarsi più vetture o più vagoni. D’altra parte, Asstra rileva che, se si abbassasse il limite di capienza al 50%, come qualcuno ipotizza, 275.000 passeggeri resterebbero a piedi. O col monopattino di Toninelli!

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