Becchi: “Grillo sta sbagliando tutto”.

I sondaggi e le recenti consultazioni elettorali di Reggio Calabria hanno ridimensionato l’effetto “boom” del Movimento 5 Stelle. C’è malessere, amarezza, sconforto e delusione sul web, dove il Movimento ha mosso i primi passi e raccolto consensi fino a diventare il “terzo polo” della politica italiana. Il popolo grillino è stanco e sfiduciato, distante dal Movimento: è “assente”! E non occorrono i soloni di casa nostra o i sondaggisti di turno per stigmatizzare questo “calo di tensione nella rete” dei 5stelle. Basta farsi un giro sul blog di Beppe Grillo per notare come a “piè di post” il numero dei commenti sia notevolmente calato: dai 5-6mila dei tempi d’oro, quelli in cui era viva e vegeta la speranza del “cambiamento” e di “potercela fare”, agli scarsi 80, 100 massimo 300 commenti di questi ultimi giorni. Insomma, un lento, inesorabile… “abbandono”! E così, dopo dissidenti ed espulsi, simpatizzanti e attivisti che hanno finito col tirare i remi in barca – come se si fossero improvvisamente svegliati, tutti insieme, da un sogno troppo bello per essere vero, come quello della “democrazia diretta” –oggi le critiche al Movimento arrivano anche da chi meno te lo aspetti! Accade così che, dalle colonne del Messaggero, Paolo Becchi, “ideologo” dei 5 stelle, attacca il Movimento di Beppe Grillo e mette in guardia i pentastellati sul futuro e sulla stessa sopravvivenza del Movimento. A dire di Becchi, il responsabile del flop dei 5 stelle ha un solo nome: Beppe Grillo. “Certe volte si muove come un dilettante, proprio non lo capisco.
Dopo l’alluvione è tornato a Genova – ricorda Becchi – ma invece di presentarsi con gli stivaloni e con la pala, come avrebbe dovuto fare, è sceso da Sant’Ilario in scooter! Anche mio figlio, che ha 17 anni, quando lo ha visto arrivare in quel modo si è indignato, mica ci volevano gli angeli del fango… Se ha scelto di andarci, non doveva comportarsi come un politico qualsiasi”. Paolo Becchi condanna anche l’episodio avvenuto a Bruxelles, con la lite tra Grillo e un giornalista che voleva fargli una domanda: “Se non voleva rispondere, perché ha indetto la conferenza? Nessuno lo obbligava. Chissà chi lo consiglia”. E poi c’è la denuncia, presentata in procura, contro il patto del Nazareno. “Sul web stanno ancora ridendo. Che senso aveva fare quella denuncia? Ora hanno aperto un fascicolo e un procedimento contro ignoti: ma Renzi e Berlusconi sono ignoti? Mi hanno raccontato che in procura si rideva a crepapelle…” E domenica prossima, in Emilia Romagna e Calabria, si voterà per le elezioni regionali, un test importante per tutte le forze politiche, ma soprattutto per il M5S dopo il flop delle comunali calabresi. Becchi è decisamente scettico sulle possibilità dei 5 stelle: “Non ci si rende conto che se alle regionali prenderemo percentuali da prefisso telefonico, come è già successo alle comunali di Reggio Calabria, per noi questo significherà il crollo. Rassegnarsi a una logica di sopravvivenza. E non era questo lo spirito di un Movimento che fino a poco fa diceva di voler cambiare non solo la Calabria e l’Emilia ma tutta l’Italia”. E lo stesso Grillo, secondo indiscrezioni, non parteciperà ai comizi di chiusura delle campagne elettorali dei candidati, Giulia Gibertoni in Emilia e Nuccio Cantelmi in Calabria: secondo Becchi, “si è stancato, o vuole passare la mano a qualcun altro. Un capo politico di un movimento, non può rendersi conto che la sua presenza può valere anche due o tre punti: sono percentuali che fanno la differenza. Sarà un test importante, ma piuttosto che fare figuracce ci si poteva comportare come in Sardegna, quando alle scorse regionali si è deciso di non partecipare. Sarebbe assurdo – conclude Becchi – che mentre in Inghilterra cresce Farage, in Francia Marine Le Pen e qui la Lega, Grillo crollasse. Ma a livello nazionale vedo grosse difficoltà”.

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