Un ‘decalogo elettorale ad excludendum’ per il voto del 4 marzo.

di Enzo Sanna. Assistiamo, a pochi giorni dalle elezioni, a una sorta di appello da ultima spiaggia lanciato dai leader dei vari partiti o movimenti. Inizia Renzi, gorgogliando con l’acqua alla gola, allo scopo di convincere gli indecisi ma soprattutto coloro che si apprestano a votare per le formazioni di sinistra, quelle fuori dal PD, affinché, magari tappandosi il naso, optino per l’ipotetico “voto utile”, cioè un voto per lui, Renzi, ovviamente. Sì, perché nel concetto renziano, chi vota per gli altri esprime un voto “inutile”. Ci vorrebbe veramente poco ad argomentare circa l’inconsistenza di tale approccio, magari facendo notare come l’attuale infido sistema elettorale sia stato concepito proprio dai renziani i quali solo ora si rendono conto dell’errore di calcolo dopo aver imposto l’attuale normativa a colpi di voti di fiducia, della serie “Chi la fa l’aspetti”. Seguono a ruota gli altri attori, pronti ad approfittare della insulsaggine renziana. Ecco allora il centrodestra, mai tanto diviso quanto oggigiorno, far finta di apparire unito alla moda di fratelli-coltelli, preludio di quanto potrebbe accadere in caso di affermazione elettorale. La destra grillina, invece, decide di sparare le solite inconcludenti cartucce a salve indicando persino l’intera squadra di governo senza rendersi conto (ma è da loro) di calpestare, così, gli stessi dettami della democrazia costituzionale. Ma costoro non sono soli. Li emula, infatti, il “maestro” Berlusconi il quale, giorno dopo giorno, spara un nome per la guida del governo o di qualche ministero. Gli elettori più attenti potranno notare una sostanziale convergenza di “stellette” tra la destra grillina e il centrodestra berlusconiano: la ricerca affannosa, spasmodica, febbrile di militari, naturalmente alto-graduati, da innestare nelle liste elettorali e, poi, nei supposti incarichi di governo, tanto da poter ipotizzare maliziosamente prove “in vitro” di peronismo, viste anche le recenti reminiscenze presidenzialistiche manifestate da Berlusconi. Altro che Casa Pound o Forza Nuova! Data la mia trentennale pregressa attività politica e nonostante oramai da qualche lustro abbia archiviato l’impegno diretto, all’approssimarsi delle elezioni ci sono ancora alcuni amici, alcuni parenti e conoscenti desiderosi di ascoltare un parere per indirizzarsi nel voto. Sino a qualche anno fa esprimevo, prima con puntualità poi con sempre minore convinzione, un qualche orientamento. Oggi mi trovo nella condizione di non poter “consigliare” altro che non derivi dal senso di civismo sociale, umanitario e solidaristico precisando che stavolta io stesso andrò a votare “per sottrazione”, non per convincimento. Ecco allora una sorta di “decalogo” (senza starne a contare i punti) al quale mi atterrò personalmente, proponendolo a tutti coloro che mi hanno già chiesto e nei prossimi giorni chiederanno consiglio:
– Votare preferibilmente donna, facendo attenzione a escludere quelle avvenenti, giovani e piacenti propense a perdere più tempo di fronte allo specchio dei truccatori che nelle aule parlamentari. Meglio le bruttine, le stagionate, ma preparate;
– Escludere per precauzione coloro che di nome “fanno” Silvio o Matteo e i rispettivi tre partiti;
– Escludere le categorie che hanno già ampiamente dimostrato negli anni di aver fallito: magistrati, avvocati, giudici, faccendieri, grandi imprenditori, politici di professione, (eccezioni moderatamente ammesse, come ovvio);
– Escludere quelli che urlano “Onestà, onestà” ma solo rivolti agli altri;
– Escludere senza eccezione alcuna quelli che “Sono tutti uguali, tranne me” o “Non esiste più la destra né la sinistra”. Sono i peggiori;
– Non votare chi tenta di riesumare il concetto di “patriota” in un universo di schiavi;
– Escludere quelli che, giovani, tentano di imitare infelicemente i vecchi saggi o che da vecchi non saggi tentano di imitare tristemente i giovani;
– Escludere i comici di professione o coloro che li imitano;
– Tenersi alla larga dai docenti universitari della Bocconi a evitare probabili untori di manzoniana memoria, portatori di mala economia.
Ho sottoposto queste considerazioni, addizionate da varie altre omesse nel presente articolo, a un amico il quale dopo averle lette e commentate ha candidamente considerato: “Allora mi devo astenere dal voto?”. Ebbene, andando per sottrazione, qualcosa e qualcuno per cui votare forse si riuscirà a trovare, fosse anche con l’ausilio del lanternino di Diogene. Resta l’amarezza di dover agire “per sottrazione” in un panorama politico dimostratosi ancora una volta incapace di concepire un progetto per l’avvenire facendoci sentire impotenti di fronte allo strapotere del capitale economico-finanziario. Votiamo pure per qualche novello Robin Hood ma ben coscienti che una freccia per quanto scoccata con mira precisa non riuscirà ad abbattere il missile atomico lanciato sull’umanità intera dalla potenza capitalistico-finanziaria. Ci vuole ben altro, e le teorie non mancano. Proviamo a dar loro le gambe… magari dal giorno dopo le elezioni, comunque vadano.

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