Turiste dell’amore in cerca del Big Bamboo!

La coppia che… ‘scoppia’, la crisi del maschio italiano, quella dei valori, la mancanza di fiducia in se stesse, il non piacersi, il togliersi lo sfizio almeno una volta nella vita… Quale che sia la ragione, anche le donne del Belpaese sono state contagiate dal malcostume del ‘sesso a pagamento’, possibilmente lontano dai confini nazionali.
Perché quel che accade all’estero, resta all’estero. Ed eccola, allora, la felicità ritrovata di qualche normalissima ragazza europea, magari bella da morire, magari grassoccia, magari con il naso a becco coronato da un bel paio di occhialoni spessi da vista che finalmente ha accanto a sé… un adone di maschio: addominali scolpiti, sguardo profondo e intenso, amabilità, galanteria e… tanto, tanto, tantissimo sesso!
Poi il “viaggio” finisce. Si torna a casa… si chatta sul web, si chiacchiera con le amiche… le turiste dell’amore raccontano storie tutte identiche: amore, passione, promesse!
A volte qualcuna di loro “ci casca pure”, ma poi deve tornare con i piedi per terra e rassegnarsi al fatto che quella bella avventura faceva parte del “pacchetto vacanza” e che lui, ogni settimana, dice le stesse cose a ragazze diverse! Una felicità effimera, fugace. Uno sfizio. Un capriccio.
Ma chi sono queste turiste del sesso? L’identikit della donna a caccia di giovani amanti a pagamento è presto tracciato: sono per lo più single e neo-divorziate, scelgono mete come Gambia, Senegal, Marocco, Kenya, oltre a Cuba e Giamaica. Vanno, insomma, in cerca di quello che volgarmente si chiama il “Big Bamboo”… Anche l’età media, che fino a qualche anno fa si aggirava attorno ai 40 anni, oggi si sta abbassando molto grazie soprattutto ai voli low cost che consentono alle più giovani di raggiungere facilmente mete erotiche – pardon esotiche – dove l’offerta è altissima. Il turismo sessuale è un fenomeno che sta assumendo caratteristiche e proporzioni che vanno ben oltre le relazioni, seppur a pagamento, tra gli avventurieri occidentali e le bellezze del posto.
E sebbene la donna che va all’estero a caccia di gigolò faccia ancora notizia e rappresenti più che altro un fenomeno di costume che ancora incuriosisce molto, quello con cui ci si deve confrontare è un vero e proprio sistema di sfruttamento della prostituzione. Il fenomeno che assume connotati ancora più gravi quando le vittime di questa nuova schiavitù sono minori, che spesso sono venduti dalle famiglie più indigenti, con il beneplacito delle autorità che chiudono un occhio pur di veder triplicare il numero di turisti.
In Gambia, per esempio, il 70% della popolazione ritiene che il sesso sia la principale ragione del turismo europeo nel proprio Paese. Ma davvero le donne vogliono rendersi complici di tutto questo? Per la donna moderna ‘gli escort’ sono una conquista o un’abdicazione? È un segnale di accresciuta libertà interiore o una dolorosa spia del tasso di omologazione al modello maschile… inferiore? L’emancipazione a volte prende vie misteriose.

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