Togliere ai poveri per dare ai più poveri: rischio pensioni reversibilità!

Ormai una cosa è certa: quando non sanno più dove andare a prendere i soldi per corrispondere a Bruxelles la rata dei “loro debiti” vanno a mettere le mani nelle tasche di lavoratori dipendenti e pensionati! E’ di queste ultime ore la polemica relativa al disegno di legge delega sul contrasto alla povertà, presentato di recente dal governo, che prende di mira le vedove e le loro pensioni di reversibilità. Nel ddl si prevede, infatti, la possibilità di rivedere le pensioni di reversibilità, ovvero quelle erogate agli eredi alla morte del pensionato o del lavoratore che muore avendo maturato i requisiti per l’assegno. Sono circa 3 milioni i beneficiari di pensioni di reversibilità e il governo pensa di sconfiggere la povertà riducendo questa platea! Ma così facendo s’innesca una partita di giro che genera altri poveri che a loro volta dovrebbero comunque essere assistiti! Spesso l’assegno di reversibilità costituisce la  principale fonte di reddito che si somma – ingiustamente perchè non si mangia! – alla casa di abitazione lasciata in eredità dal coniuge. Dal 1995 la pensione di reversibilità è soggetta a restrizioni, nel senso che viene tagliata (si prende non più il 60% ma il 45%) per chi ha redditi superiori a tre volte quelli della pensione minima (cioè per chi ha più di 1.505 euro lordi al mese) fino a ridursi ad appena il 30% per chi ha redditi oltre 5 volte il minimo (2.509 euro lordi al mese). E adesso potrebbe arrivare un’ulteriore stretta. Ma, questo governo, che scriteriatamente distribuisce mance e mancette a destra e manca e che vende fumo come fosse arrosto, pensa davvero di poter risolvere il problema “povertà” togliendo ai poveri per dare ad altri poveri? E’ in questo modo che il Paese cambia verso?

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