Stipendi da fame e stipendi… “barbarici”!

Se per gli stipendi dei lavoratori dipendenti non c’è trippa per gatti – i contratti non si rinnovano neppure per finta e sono rimasti ancorati alla “conversione lira-euro” che ne ha dimezzato il poter d’acquisto – il discorso cambia per gli stipendi d’oro della casta, sempre più grassi e opulenti.
Fa discutere, infatti, lo stipendio della neo-direttrice di Rai3 Daria Bignardi. Le indiscrezioni pubblicate pochi giorni fa sulla stampa nazionale hanno rivelato che lo stipendio lordo dell’ex conduttrice de “Le Invasioni Barbariche” sarebbe compreso fra 260mila e 280mila euro annui! Una cifra ben superiore al tetto dei 240mila euro per i dipendenti pubblici, limite aggirato grazie ad una clausola che esenta dal tetto agli stipendi le aziende controllate dallo Stato che emettono titoli di debito quotati. Il maxi-stipendio della Bignardi ha provocato le ire del Presidente del Codacons Carlo Rienzi, neo candidato al Campidoglio, che sulle ricostruzioni del “Fatto Quotidiano” ha presentato un esposto: “Chiederemo alla Corte dei Conti di verificare i contratti Rai riservati ai nuovi direttori di rete, e accertare se i compensi stabiliti siano compatibili non solo con le norme vigenti, ma anche con le necessarie politiche di tagli e spending review che hanno investito negli ultimi anni l’azienda pubblica – spiega il presidente Carlo Rienzi – Non mettiamo in discussione le capacità e la qualità del lavoro della Bignardi e degli altri direttori, ma crediamo che sugli stipendi sia necessaria una attenta valutazione”. Anche perchè in un momento di crisi come quello attuale, in cui si chiede a tutti i cittadini di tirare la cinghia, certi stipendi sembrano per davvero… “barbarici”!

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