In tasca ai lavoratori resta appena il 69% del salario, il resto se lo mangia il fisco!

di Redazione. Stipendi da fame e buste paga sempre più leggere. In Italia quel che resta in tasca ai lavoratori dipendenti – per mano del fisco – è appena il 69% del salario, al netto della fiscalità generale che poi se ne mangia un’altra bella fetta. Insomma, alla fine, tra tasse e balzelli vari, quel che i lavoratori riescono a portare a casa è talmente poco che il problema non è più come arrivare a fine mese, ma  come iniziarlo!

Il “cuneo fiscale” sul lavoro dipendente in Italia è per le famiglie monoreddito il più alto tra i Paesi Ocse dopo la Francia. Secondo l’ultimo rapporto ‘Taxing wages’ riferito al 2018, il cuneo per i nuclei familiari con due figli nei quali lavora solo una persona è pari al 39,1% a fronte di una media Ocse del 26,6%. Se si guarda invece ai lavoratori single, l’Italia è terza dopo Belgio e Germania, con il 47,9%, percentuale in aumento di 0,2 punti rispetto al 2017.
La media Ocse è al 36,1%, in lievissimo calo rispetto all’anno precedente.

Se poi il lavoratore dipendente è pure single, bè allora quel che si porta a casa è ancora meno: appena il 68,6% del salario lordo, al netto delle tasse e delle agevolazioni fiscali, ben al di sotto della media Ocse che nel 2018 si è attestata al 74,5%.

La percentuale sale per le famiglie che godono delle detrazioni per i figli: nei nuclei con due figli e un solo percettore di reddito il netto è pari all’80,1% del lordo, ma anche in questo caso il dato italiano è inferiore alla media dei Paesi Ocse, pari a 85,8%.

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2 Responses

  1. Marco Febri ha detto:

    Una mia curiosità: ma perchè G A N D I A N A M E N T E, i lavoratori non si mobilitano? Parliamoci chiaro “armiamoci e partite” non funziona, ma pare che in Italia questo non si sia compreso! Se vogliamo cambiare dobbiamo iniziare a cambiare noi: La CASTA non ha intenzione di mollare. Ad una casta si è sostituita una Casta di ex disoccupati e nulla tenenti, ottime persone, ma senza arte nè parte.
    Hanno trovato l’America anche loro tengono saldo il loro tronetto.
    Gandianamente ribadisco Svegliamoci.

  2. Ignazio Dessì ha detto:

    “Alla fine si lavora per pagare le tasse”. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase? In realtà in quella osservazione estrema c’è più di un fondo di verità. La tassazione del lavoro in Italia per esempio, lo si sa da tempo immemorabile, è a livelli di guardia. E la situazione non accenna a migliorare. Anzi. Nel nostro Paese infatti, il cuneo fiscale – il totale delle imposte e dei contributi, a carico del datore di lavoro o del dipendente, che grava sulla busta paga – tra il 2000 e il 2018 è salito dello 0,8%, passando dal 47,1% al 47,9% per un lavoratore medio single senza figli.

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