Smart Warking sì, ma con buoni pasto, straordinari e rimborso spese.

di Redazione. L’emergenza coronavirus ha fatto maturare, a livello generale, la consapevolezza che per determinate mansioni il lavoro da remoto è possibile e auspicabile anche in futuro. Meno spostamenti, più tempo da dedicare alla famiglia o ad altri interessi.Lo smart working ha permesso a tanti impiegati di continuare il loro lavoro, restando a casa e senza dover tornare in ufficio.

Ma se lo smart working in qualche modo rappresenta il futuro di una buona parte del mondo del lavoro, è necessario stabilire nuovi criteri per la sua regolamentazione: tutte le spese, dall’elettricità alla connessione internet, dalla cancelleria all’hardware e al software sono a carico del lavoratore, senza contare la spinosa questione della reperibilità, dei buoni pasto e degli straordinari che vanno ad incidere soprattutto sugli stipendi “medio-bassi” che senza gli emolumenti accessori diventano davvero troppo “bassi”!

Molte aziende, negli ultimi mesi, hanno potuto scoprire che la produttività non risente del lavoro a distanza e restare con gli uffici chiusi può generare risparmi non indifferenti. Ma le spese, come già detto, sono tutte a carico del singolo lavoratore e questo non è giusto soprattutto in casi in cui il lavoratore sia stato costretto a lavorare in smart working contro la propria volontà (come accaduto per questa emergenza sanitaria) e non nel caso in cui il lavoro da remoto sia frutto di un accordo tra le parti.

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3 Responses

  1. Angela P. ha detto:

    Ma vi sembra giusto che il mio ufficio mi abbia costretto a lavorare da casa e che per farlo ho dovuto comprare a mie spese computer, stampante e abbonamento ad internet? Oltre il consumo di toner e telefono, sempre a mie spese, s’intende!

  2. Elena S. ha detto:

    E’ ingiusto privare chi lavora da casa dei buoni pasto e degli straordinari, soprattutto quando il Lavoro Agile non è stata una libera scelta ma una imposizione da parte del datore di lavoro!

  3. Giulio Rm ha detto:

    Si parla solo ed esclusivamente degli aiuti di stato a ristoranti e alberghi, ma noi che stiamo in smart working da tre mesi con uno stipendio di appena mille euro, senza buoni pasto e senza straordinari – non ce la passiamo meglio, soprattutto quando su quei soldi facevi affidamento per parci il MUTO della casa!!!

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