Siria, una guerra senza fine.

di Salvatore Falzone. La guerra in Siria entra in una nuova fase di violenza. Nelle ultime settimane tutte le potenze interessate alla situazione sul territorio siriano hanno portato avanti azioni di guerra, ufficialmente per combattere i “terroristi”. Il problema verte sul fatto che ogni attore bolla il proprio nemico come “terrorista”, chiudendo le porte per un eventuale negoziato politico. Così nelle ultime settimane abbiamo assistito al bombardamento Usa su Deir el Zor, zona strategica per il controllo dei pozzi petroliferi siriani; all’attacco turco ad Afrin, zona di confine molto importante per interrompere una eventuale, ma difficile, unità curda tra le comunità che vivono in Siria e Turchia; infine l’assedio a Ghouta, zona periferica di Damasco, perpetrato dalle forze del regime e dai suoi alleati contro la presenza dei ribelli. Senza dimenticare l’alta tensione tra Israele e Iran con i confronti aerei nei cieli di Damasco e delle Alture del Golan. Le alleanze diventano “spurie”, applicando quel detto “il nemico del mio nemico è mio amico”. Il raid statunitense ha irritato il Cremlino e il regime di Assad, i quali si sono riservati una risposta, ed oggi presente nella difficilissima situazione a Ghouta; l’attacco turco ad Afrin ha fatto innalzare la tensione tra Ankara e Usa, visto che quest’ultimi appoggiano i curdi (usati da tutti in funzione anti-Isis); mentre tra Israele e Iran si nota la posizione silenziosa ma di appoggio dell’Arabia Saudita, in versione contenimento della mezzaluna sciita tra Beirut a Damasco. Una vera polveriera che da un momento all’altro potrebbe portare ad un conflitto allargato, rendendo il confitto siriano da “Terza guerra mondiale frantumata” a uno scontro generalizzato di vasta portata oltre la Siria. I giochi politici intanto si accaniscono sulla vita della popolazione inerme, dove donne, bambini, anziani rimangono intrappolate da bombe aeree, da colpi di artiglieria. Nonostante la Risoluzione Onu, sul cessate il fuoco, la gente continua a soffrire e a rimanere vittima della furia della guerra. Mentre la politica arranca e si basa su dimostrazioni di forza per future deterrenze, per tastare il polso al proprio rivale per fiaccarlo e ridimensionarlo, la vita delle persone sembra non avere valore.

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