Silicon Box aprirà un impianto di microchips in Italia.

di Attilio Runello. È stato annunciata l’apertura di uno stabilimento di microchips in Italia da parte di Silicone box. Il progetto prevede un investimento di 3,2 miliardi. L’impianto genererà a pieno regime 1600 posti di lavoro, oltre l’indotto. Si sta ancora valutando dove creare lo stabilimento.
La Silicone box è una impresa di Singapore, città stato asiatica da decenni fra le tigri asiatiche in termini di sviluppo molto avanzato insieme alla Corea del sud, Taiwan, il Giappone e oggi la Cina.

Silicon Box investe in Italia, 3 miliardi per la produzione di circuiti  chipletL’annuncio è stato dato a Roma dai vertici della società insieme al ministro D’Urso.

È inutile ricordare che il settore dei microchip è un settore strategico. Oggi si trovano su tutti gli apparati che si avvalgono dell’elettronica automobili comprese. Il settore è in mano a Taiwan e alla Cina.
In Italia esiste una azienda italofrancese Microelettronics con uno stabilimento anche a Catania.

L’operazione fa parte della strategia del governo di invitare esplicitamente grandi aziende a creare impianti in Italia o allargare quelli esistenti.

Una operazione simile si sta portando avanti nel settore delle automobili.
Il settore dei microchip si potrà avvalere di un fondo di alcuni miliardi messo a disposizione dal governo.

In questi anni a causa del COVID dai mercati asiatici si è registrato un rallentamento della produzione di microchip che ha creato un rallentamento in tutta Europa della produzione e consegna delle automobili.

Bisogna poi tenere presente sul piano della policy economica di un governo che esistono due tipi di investimenti esteri in Italia: il primo è quello incoraggiato dal governo che è volto a creare nuovi impianti, ricchezza e posti di lavoro. Il secondo – spesso criticato – è quello dell’acquisto da parte di aziende straniere di società italiane Che ben venga quando sono in difficoltà e non riguardano settori strategici, da criticare quando si vendono i gioielli di famiglia o si tratta di settori strategici. In alcuni casi il governo può mettere il veto.

Lo stabilimento sarà costruito e gestito secondo i principi net zero dell’Europa, riducendo al minimo l’impronta di carbonio e l’impatto sull’ambiente.
“I recenti sconvolgimenti globali – ha dichiarato Urso – sottolineano la necessità di costruire una catena di approvvigionamento più resiliente per i semiconduttori in Europa. Il governo mette i chip e la microelettronica al centro delle priorità strategiche. Questa iniziativa testimonia ancora una volta che siamo in grado di attrarre gli interessi dei player tecnologici globali e che l’Italia è in corsa per ricoprire una posizione di leadership nel settore. Siamo convinti che questa nuova struttura fungerà da catalizzatore per ulteriori investimenti e innovazioni in Italia”.

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