SIA – REI, il sospetto è che si tratti di una marchetta.

di Pier Giorgio Tomatis. Le sigle SIA e REI che stanno movimentando le giornate della povera gente che di questi tempi non ce la fa più nemmeno ad iniziare il mese (altro che arrivare alla fine)

significano letteralmente Sostegno all’Inclusione Attiva e REddito d’Inclusione. Sbaglia chi li considera un successo dovuto alle pressioni esercitate dal M5S in Parlamento. Non perché non ci siano state e nemmeno perché, in buona sostanza, ricalcano un po’ quel Reddito di Cittadinanza da sempre invocato nei palchi e nelle piazze dai pentastellati. Il mio invito a scendere con i piedi per terra e a non considerarli uno strumento efficace di contrasto alla povertà (niente di ideologico, per carità, anche se all’assistenza bisognerebbe sostituire l’opportunità) è la straordinaria vicinanza temporale con le elezioni. Insomma, il sospetto che si tratti di una marchetta per invogliare l’elettorato più affamato (ma anche disattento) a dimenticare le nefandezze perpetrate dai 3 governi che si sono succeduti in questa legislatura è forte… troppo forte. Sarebbe come se noi entrassimo in una stanza adibita allo stoccaggio di insaccati e ne uscissimo esclamando di non aver avvertito il benché minimo odore. Dovremmo essere raffreddati al settimo stadio, perlomeno. Naturalmente, la prova del nove si avrà con l’esito delle urne. Berlusconi e il Centrodestra stanno promettendo una riforma fiscale che manco a Dubai e i pentastellati eccitano suggerendo l’uscita dall’Europa (magari si potesse…). Il Centrosinistra, avendo il Governo, ha una bocca da fuoco mica da ridere e può solleticare direttamente le tasche degli italiani senza promettere mari e monti. Tanto, poi, tutte le forze in competizione tra loro (chiunque vincerà le elezioni) avrà 5 anni di tempo per rimettere a posto i conti, magari togliendo proprio tutti i soldi che sono stati donati oggi. Aggiungendo salatissimi interessi, naturalmente. Se tutti i nodi vengono al pettine è altrettanto vero che tutte le tasse vanno al Fisco. Prima o poi…

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *