Scoprirsi italiani. Gli italiani all’estero.

di Attilio Runello. Lo scorso gennaio è uscito per i caratteri di Rubattino il saggio “Scoprirsi italian”i, opera con una introduzione di un funzionario del Ministero degli Esteri, istituzione che all’estero fornisce supporto a tutti gli italiani residenti all’estero –  che superano i cinque milioni – e cerca di mantenere i contatti con tutte le persone di origine italiana, una comunità che si stima di ottanta milioni di persone.
Il nostro governo ha stanziato venti milioni per quei comuni piccoli da cui spesso tante di queste persone sono partite (e continuano a partire), alla ricerca di uno sbocco professionale.
L’intervento vuole sostenere quel turismo che rappresenta un ritorno alle origini.
Il libro cerca di fare chiarezza su questa realtà.
I comuni potrebbero offrire una migliore ricezione alberghiera, eventi che recuperino quelle tradizioni linguistiche musicali, religiose che erano presenti quando queste persone sono partite e che oggi rischiano di perdersi.
Accanto a queste iniziative gli archivi comunali ed ecclesiastici dovrebbero essere aperti per permettere di scoprire le origini, e poter più facilmente richiedere la cittadinanza.
L’emigrazione europea è quella più interessata, perché più recente e più vicina.
È poco conosciuto il ruolo che svolgono i servizi di autobus che a prezzi economici collegano Svizzera, Germania e altri paesi con tanti comuni italiani, specie nel sud.
Questi emigranti a volte mettono soldi da parte per comprarsi la casa in Italia ma sono scoraggiati dalla nostra burocrazia e dalle nostre imposizioni fiscali.
Si parla poco e a volte male di quegli oriundi che hanno ricoperto importanti cariche politiche all’estero.
Si parla meglio dei tanti imprenditori oriundi che in Italia investono nel calcio.

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