SCIOPERO GENERALE DELLA CGIL.

Benzina che sfiora i due euro al litro, stipendi e pensioni ‘fermi’ e tra i più bassi d’Europa, Imu che stende al tappeto le famiglie facendo rimpiangere loro il giorno in cui hanno comprato casa, età pensionabile sempre più elevata e prossima all’estrema ‘dipartita’, e adesso pure i licenziamenti facili! Il governo dei professori non lo ferma più nessuno: è macelleria sociale allo stato puro!!! Monti riesce in quello che se solo lontanamente fosse stato proposto dal governo del Cavaliere avrebbe scatenato un vero e proprio putiferio! Ma adesso in cattedra ci sono i Prof e allora… tutti zitti e mosca! Super-Mario riesce a mettere d’accordo tutti, o quasi, anche sulla riforma del mercato del lavoro. Solo la CGIL si è dichiarata insoddisfatta dei punti cardine della riforma, soprattutto quello relativo all’articolo 18, che rappresenta una questione di principio per il sindacato. Un pacchetto di 16 ore di sciopero, di cui 8 per uno sciopero generale con manifestazioni territoriali e 8 per assemblee questa la risposta della segreteria della Cgil al “pacchetto-monti” contro la riforma del mercato del lavoro e le modifiche all’articolo 18! Il round di incontri iniziato ieri a Palazzo Chigi fra Governo e parti sociali si chiuderà nei prossimi giorni con la stesura definitiva del testo, ma i punti salienti sono stati ormai fissati e sul decreto è stata posta la parola fine. La Riforma del mercato del lavoro, così come le misure per le liberalizzazioni e semplificazioni, sono il corollario delle misure di austerity per il riordino dei conti pubblici e fanno parte di quel pool di impegni presi dall’Italia nei confronti dell’Europa. Stretta sulla flessibilità in entrata, maggiore flessibilità in uscita e protezione “universale” per i lavoratori che perdono il lavoro su modello europeo: è questa in sintesi la riforma presentata oggi dal Governo alle parti sociali sottolineando che, se aggiustamenti sono possibili fino a giovedì, il confronto è sostanzialmente concluso e sarà il Parlamento “l’interlocutore principale” del Governo. Ecco i punti salienti nella trattativa.
LICENZIAMENTI E ARTICOLO 18. E’ previsto il reintegro solo per i licenziamenti ‘discriminatori’, che viene esteso anche alle aziende con meno di 15 dipendenti; mentre non è più ammesso per i licenziamenti economici, per i quali è previsto solo l’indennizzo, che va da un minimo di 15 mensilità a un massimo di 27, facendo riferimento all’ultima retribuzione. Per i licenziamenti disciplinari la proposta del governo alle parti sociali è che sia previsto il rinvio al giudice che deciderà il reintegro o l’indennità con massimo 27 mensilità.
SUSSIDI. Nasce l’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), che sostituisce l’attuale sussidio di disoccupazione e la mobilità. Lo strumento si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti privati e ai lavoratori pubblici con contratto non a tempo indeterminato. I requisiti per accedervi prevedono 2 anni di anzianità assicurativa e almeno 52 settimane di lavoro nell’ultimo biennio. La durata sarà di 12 mesi, che salgono a 18 per i lavoratori sopra i 55 anni. L’importo massimo sarà di circa 1.119 euro con l’abbattimento delle indennità del 15%dopo i primi sei mesi e un ulteriore 15% di abbattimento dopo altri sei mesi. I nuovi ammortizzatori sociali verranno introdotti nel 2017.
CONTRATTI. Giro di vite anche per i contratti a termine. Le collaborazioni a progetto (Cocopro) saranno disincentivate attraverso una maggiorazione dell’1,4% sui contratti. In caso di assunzione definitiva parte di questo costo sarà restituito all’azienda. Inoltre dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato scatterà l’assunzione a tempo indeterminato. Largo ai contratti di apprendistato, per i quali sono invece previsti contributi bassissimi per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Al termine dell’apprendistato l’azienda potrà decidere se stabilizzare il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato o se terminare il rapporto di lavoro.
PARTITE IVA. Stretta sulle partite Iva fittizie. Tutte le volte che la collaborazione duri più di sei mesi in un anno, da cui il collaboratore ricavi più del 75% dei corrispettivi e comporti la fruizione di una postazione di lavoro presso il committente.
STAGE NON RETRIBUITI. Non sarà più possibile per le aziende proporre stage non retribuiti ai giovani che abbiano completato un ciclo di formazione, “ad esempio dopo il dottorato”. Lo stagista, in questi casi, andrà retribuito.
DIMISSIONI IN BIANCO. Previste nuove norme contro la pratica – illegale – di far firmare preventivamente al neoassunto un foglio di dimissioni senza data, allo scopo di allontanare il dipendente senza corrispondere alcuna indennità, in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo, rendendo il lavoratore facilmente ricattabile.

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