Riaprire sì, ma con prudenza: non vogliamo morire di Covid19, ma neppure di fame.
di Redazione. In Italia come fai, sbagli sempre. Semplicemente per il fatto che ogni decisione presa non potrà mai accontentare tutti, e ci sarà sempre qualcuno pronto a lagnarsi ad alzare il ditino. Solo chi non fa, non sbaglia mai. E comunque la peggiore delle decisioni è quella che non decide!
Detto questo, oggi capita che chi ha responsabilità di governo è prudente per quanto concerne la riapertura delle attività produttive e del resto del paese, seppure tra mille incertezze e contraddizioni e non senza aver commesso gravi errori.
L’opposizione, invece, cavalca spavalda l’onda della protesta popolare di chi vorrebbe riaprire tutto e subito!
Ma, in uno stato emergenziale come quello attuale, sarebbe più giusto, sano e responsabile per il “bene comune” mettere da parte i “voti” e “decidere insieme” secondo scienza, coscienza e conoscenza, mettendo da parte gli interessi di parte.
Quindi, come sempre in medio stat virtus: riaprire sì, ma con prudenza, perchè non vogliamo morire di Covid19, ma neppure di fame.
Riaprire cum grano salis: chi è in grado di riaprire in sicurezza – soprattutto in quelle zone del paese a zero contagio – deve riaprire adottando tutte le misure previste dal protocollo; chi può lavorare da casa è bene che continui a farlo; e soprattutto chi riapre deve sottoporsi ad analisi cliniche, tamponi e test che certifichino l’assenza del virus.
Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno!
Anche perchè – con il virus in piena circolazione che miete ancora 400 morti e migliaia di casi al giorno, la comunità scientifica che stima in caso di superamento totale del lockdown «un picco delle terapie intensive entro l’8 giugno con la richiesta di 151 mila posti» e i ricoverati totali che entro fine anno «potrebbero superare i 430 mila», con le mascherine di cui ancora non si conosce l’efficacia, i tamponi che non potranno essere per tutti e ripetuti ogni giorno, le cure mediche e il vaccino che ancora sono lontani dal metterci al riparo dal contagio – riaprire tutto e subito non è nè di destra, nè di sinistra, ma è solo da “irresponsabili”!
Prendersela sempre con gli ONOREVOLI – peraltro quasi la totalità dei deputati e dei senatori è impegnato a sostenere economicamente onlus e volontariato, oltre che devolvere parte dello stipendio al proprio partito – è semplice qualunquismo: il problema non è lo stipendio degli ONOREVOLI, ma quello “nostro”!!!
Attenzione attenzione attenzione che la emergenza ECONOMICA e SOCIALE sono pericolose quanto il COVID
Meglio chiudere un giorno dopo che rischiare di crepare un giorno prima!
Ad oggi non mi risulta che in Italia ci sia stato nemmeno un caso di morti per fame. Per contro ogni giorno stanno morendo centinaia di italiani per colpa del covid19!!!
Gli on dovrebbero devolvere una parte del loro stipendio alle colletto alimentari e faaceutiche
Morire di fame una eventualità da non sottovalutare
Chi lavora x mangiare se non lavora salta i pasti. A Roma gli onorevoli non hanno problemi il Popolo si
Già eravamo in crisi ora ancora peggio.