Renzi, purtroppo per lui, ma soprattutto per noi, continua a non piacerci.

Renzi, purtroppo per lui, ma soprattutto per noi, continua a non piacerci. Perché? Presto detto. Perché è il peggio che l’incestuoso amplesso tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista potesse partorire! Perchè è uno tutto balle e zero fatti, come l’ultimo spot elettorale sul risparmio di ‘500milioni di euro’ da dare ai poveri se vince il ‘Sì’ al referendum costituzionale, che assomiglia tanto a quello degli ’80euri’ delle elezioni europee che poi si è ripresi! Perchè è uno che non dice mai la verità come nel caso del nostro impegno militare in Libia che ha sempre smentito, sebbene da tempo si sospettasse che i corpi scelti fossero in qualche modo coinvolti, come si è poi scoperto da recenti fughe di notizie. Insomma, questo è “uno” capace di tutto, persino di farci ritrovare in guerra a nostra insaputa!
Avido di potere, vanitoso e pieno di boria, superbo e arrogante, esalta il proprio ego fino a diventare antipatico e odioso persino a chi fino ad oggi lo ha sostenuto. Capace di rammaricarsi che la Pellegrini nei 200 stile libero non abbia fatto meglio del quarto posto non tanto per l’insuccesso dell’atleta o la sconfitta dell’Italia alle Olimpiadi, ma perché il suo ego non è potuto volare a Rio e salire sul podio del vincitore, ma è dovuto restare a casa: A CASA dove milioni di italiani sono pronti a rispedirlo non appena si andrà a votare “la sua riforma costituzionale”! Pronto ad allearsi con chiunque sia in quel momento disponibile ad appoggiare i suoi piani, abile a smarcarsi dalle sconfitte pur di restare sempre a galla e con una balla sempre a portata di mano: “Anche io ho sbagliato a dare dei messaggi: questo referendum non è il mio referendum, perché questa riforma ha un padre che si chiama Giorgio Napolitano. Ho fatto un errore a personalizzare troppo, bisogna dire agli italiani che non è la riforma di una persona, ma la riforma che serve all’Italia“. Lo ha detto Matteo Renzi alla festa dell’Unità di Bosco Albergati (Modena). Il referendum sulla riforma della Costituzione “non c’entra niente con la legge elettorale. A questa riforma – ha detto – nel merito è quasi impossibile votare no. Il referendum prevede un sì o un no, se si dice no rimane tutto come è adesso. Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno.“(!?). Insomma, il “premier senza voto” è riuscito a mentire anche sui risparmi della riforma costituzionale! A sbugiardarlo la nota della Ragioneria dello Stato del 28 ottobre 2014 in cui si parlava di 57,7 milioni di effettivi risparmi, a dispetto dei suoi 500 milioni. E comunque, anche a fronte di quei presunti e non veritieri risparmi, il suo governo ha dei seri problemi a chiudere questa finanziaria soprattutto dopo l’ennesimo crack miliardario di Monte Paschi di Siena: una bomba ad orologeria con il “premier senza voto” impegnato nel disperato tentativo di caricare il timer per ritardare l’esplosione almeno dopo il referendum costituzionale. Ma tanto ‘lui’ il referendum lo perde lo stesso, questo è certo. Meno certo è il fatto che ‘lui’ si dimetta se vincono i “NO”!

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