di Massimo Donadi. L’istituzione del registro delle coppie di fatto in una delle maggiori città italiane è un risultato politico di grande rilevanza. Un passo avanti verso l’estensione dei diritti civili, l’inclusione che dovrebbe essere il lume di ogni schieramento progressista e che dovrebbe far parte del patrimonio culturale anche della destra liberale. Infatti, a dispetto delle posizioni ultraconservatrici del partito di Berlusconi (per anni ipocrita alfiere delle tesi politiche più retrive delle gerarchie vaticane), due consiglieri del Pdl hanno votato a favore del registro. In verità il registro, dal punto di vista pratico, è un piccolo passo avanti. Dal punto di vista politico, però, è una rivoluzione. Per due motivi: è stato superato uno steccato ideologico, che ha fatto del riconoscimento delle coppie di fatto una battaglia sacra; è stato mantenuto un impegno con i cittadini preso in campagna elettorale, nonostante le tensioni interne (alcuni consiglieri Pd si sono astenuti). Bene così, la giunta Pisapia è un modello non solo per gli altri comuni, ma anche per la politica nazionale. Il Parlamento dovrebbe seguirne l’esempio ed approvare in tempi brevi e con maggioranza trasversale il riconoscimento delle coppie di fatto e la legge contro le discriminazioni. Il clima culturale nel Paese è difficile, anche a causa di campagne politiche che hanno lucrato sul conservatorismo per una manciata di voti e che hanno prodotto solo intolleranza e violenza. I diritti non sono valori negoziabili, pur nel rispetto di tutte le posizioni.
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