Quando il calcio italiano viaggia in 1ª Classe!

di Alberto Sigona. Il pareggio 3-3 fra Inter e Benfica di ieri notte certifica ufficialmente l’accesso di una squadra italiana in Finale di Champions League. I nerazzurri di Simone Inzaghi, infatti, in Semifinale incroceranno i guantoni con il Milan di S. Pioli (giustiziere a sua volta di un altro team italiano, il Napoli), e comunque andrà a finire il derby meneghino, una squadra nostrana si giocherà il Titolo Europeo contro Real Madrid o Manchester City.

Un traguardo idilliaco che rimette finalmente a lucido il blasone del football tricolore, restituendogli quella brillantezza che negli ultimi anni era stata offuscata da risultati mediocri non proprio in linea con la nostra tradizione e con la nostra storia.

Il calcio italiano, difatti, sin dai primi vagiti della massima rassegna continentale, ha sempre viaggiato in prima classe sul treno della celebrità, conseguendo spesso risultati di caratura elevata.

Basti pensare che la prima finalista italiana si registrò in occasione della seconda edizione della Coppa dei Campioni (1957) e fu la Fiorentina di F. Bernardini e dei fuoriclasse Julinho e Montuori. In quella circostanza s’impose 2-0 il leggendario Real Madrid di Alfredo Di Stefano (destinato all’immortalità), che l’anno successivo avrebbe mortificato le ambizioni del Milan di Liedholm, Schiaffino e company (3-2 dts).

I rossoneri si sarebbero rifatti nel 1963, schiantando con una doppietta di J. Altafini il fortissimo Benfica di Eusebio “La Pantera Nera”. Quindi nel 1964 e nel 1965 arriva la doppietta della Grande Inter guidata da Helenio Herrera, ai danni del declinante Real prima e del solito Benfica poi.

Nel 1967 i nerazzurri tentano il tris, ma vengono stoppati all’ultimo atto dal sorprendente Celtic Glasgow, debuttante assoluto della kermesse.

Quindi nel ’69 il Milan, trascinato da quella peste di P.Prati (3 gol!), tramortisce l’Ajax di J. Crujff con un sonoro 4-1, con i lancieri che però molto presto si prenderanno una doppia rivincita sul calcio italiano, superando nelle rispettive finali del 1972 e del 1973 l’Inter prima e la Juventus poi. Per le nostre rappresentanti seguiranno anni bui, e per rivedere sventolare la nostra bandiera ai piani alti bisognerà attendere il 1983, con la Juve ancora sconfitta in Finale, stavolta dall’Amburgo. L’anno successivo la sorprendente Roma di Falcao, B.Conti e Pruzzo si arrenderà ai rigori agli inglesi del Liverpool, vedendo sfumare sul più bello il sogno dei sogni.

Nel 1985 arriva finalmente, seppur in una tragica notte di sangue e di follia, il tanto auspicato ritorno di gloria atteso 16 lunghissimi anni, con la Juve di M. Platini capace di superare di rigore il solito Liverpool.

Nel 1989 e nel 1990 scocca l’ora del maestoso e scintillante Milan (guidato da Arrigo Sacchi) di P. Maldini, F. Baresi, R. Gullit e M. Van Basten, che supera nelle rispettive Finali i rumeni della Steaua Bucarest ed i portoghesi del Benfica, iscrivendosi nella mitologia.

Nel 1992 la favola Sampdoria (con il compianto G. Vialli ed il “divino” R. Mancini – attuale C.T – prime donne) si arresta sulla soglia dell’epica sportiva, perdendo soltanto ai supplementari contro il Barcellona allenato da un certo Crujff (toh chi si rivede!).

Nel 1993 il Milan tenta di vincere la terza coppa in cinque anni, ma gli dice male, con la sorte che sorride ai francesi del Marsiglia. Ma dopo 12 mesi il Diavolo D. Massaro, D.Savicevic e dei soliti noti Maldini e Baresi riuscirà a cancellare la delusione della stagione precedente, surclassando il presuntuoso Barça di Crujff con un impietoso 4-0 destinato a fare epoca. L’anno successivo i rossoneri ritentano il colpaccio, ma stavolta dovranno arrendersi all’Ajax di P. Kluivert, che sigla il decisivo gol dell’1-0. Lo stesso Ajax che l’anno seguente dovrà piegarsi, ai rigori, alla spavalda Juventus del trio delle meraviglie composto da Vialli, Ravanelli e Del Piero, la quale poi perderà in rapida successione le successive finali contro Borussia D. e Real Madrid.

Dopo un periodo di magra eccoci all’anno di grazia 2003, con la prima (e sinora unica) finale tutta italiana fra le più decorate del calcio italiano, Milan e Juventus, che vedrà prevalere i rossoneri di Pippo Inzaghi (fratello dell’attuale allenatore dell’Inter, Simone) e Andrej Scevchenko ai tiri dagli undici metri.

Nel 2005, in una finale a dir poco incredibile, sempre dal dischetto, gli stessi lombardi perderanno con il Liverpool una coppa già vinta nel 1° tempo, salvo riprendersi una gustosa rivincita un paio di anni dopo (2-1 con doppietta dello stagionato Pippo Inzaghi). Nel 2010 arriva quello che sino ad oggi è l’ultima vittoria italiana, con l’Inter di J. Mourinho che affossa con una doppietta del “Principe” Milito il Bayern Monaco. Il resto è storia recente, con le finali 2015 e 2017 perse dalla Juve di Allegri contro il Barcellona di Messi ed il Real di Cristiano Ronaldo.

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1 Response

  1. Cielo ha detto:

    Ma come si fa a parlare di calcio italiano, quando in serie a e in serie b ogni squadra ha 24 stranieri in rosa? E Mancini non sa come mettere in campo 11 giocatori italiani quando gioca la Nazionale?

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