Putin: “Non forniremo gas a chi mette il price cap”!

Non si fa attendere la risposta, del tutto scontata, del presidente russo Vladimir Putin al ‘tetto del prezzo del gas‘ che l’Unione Europea si accinge ad attuare, su spinta soprattutto dell’Italia:

“Dirò una cosa: la Russia non agirà contro il buon senso, pagando di tasca propria per il benessere degli altri. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell’energia. Verso coloro che preferiscono i trucchi sporchi e i ricatti spudorati, e sono decenni che viviamo in un paradigma di questo tipo, in ambito politico, non agiremo a nostro discapito.

Misure come il tetto ai prezzi per le risorse energetiche russe sono un gioco truccato.

I beneficiari della rottura del Nord Stream sono evidenti: gli Usa e i Paesi con rotte di approvvigionamento alternative. Lo scopo dell’atto terroristico contro i gasdotti Nord Stream era quello di minare la sicurezza energetica dell’intero continente. Dietro il sabotaggio c’è qualcuno che vuole tagliare completamente i legami tra la Russia e l’Ue e così indebolire l’Europa”.

“Non ci sono garanzie che l’Europa sopravviva a questo inverno con le attuali riserve negli impianti di stoccaggio sotterranei di gas”, è la eco dell’amministratore delegato di Gazprom Aleksej Borisovič Miller, alle parole dello zar: “Le forniture di gas via Nord Stream 2 possono iniziare immediatamente se riceverà le autorizzazioni”, come a dire, chi non è contro Putin continuerà a ricevere il gas russo al prezzo patuito!

Adesso, più che mai, è necessario che così come l’Europa è unita per sanzionare Putin e inviare le armi a Zelensky, lo sia altrettanto per ‘aiutare’ anche quei paesi come l’Italia che maggiormente stanno accusando l’appoggio a Kiev e le sanzioni imposte a Mosca, con il conseguente taglio del gas russo e i prezzi alle stelle imposti dalla speculazione energetica!

Il logo del Fondo monetario internazionale, in una foto d'archivio © ANSADi fronte ad una tale crisi energetica ed economica, ai livelli di debito elevati e ai costi di finanziamento in crescita, la politica dovrebbe dare la priorità a misure mirate a tutelare i più deboli.

Lo afferma il Fmi, sottolineando che il debito pubblico globale “resta elevato al 91% del pil nel 2022”, circa 7,5 punti percentuali in più rispetto ai livelli pre-pandemia.

I governi devono tutelare le famiglie e basso reddito e assicurare il loro accesso al cibo e all’energia, ma anche anche mantenere una politica di bilancio rigorosa in modo che non sia in contrasto con quella monetaria. Lo afferma il Fmi nel Fiscal Monitor sottolineando che “il consolidamento di bilancio invia un forte segnale sul fatto che c’è un allineamento nella lotta all’inflazione e questo riduce i rialzi dei tassi necessari per mantenere ancorate le aspettative di inflazione”.

Una tassa permanente degli extra profitti delle società dell’energia “può essere considerata se adeguati strumenti fiscali non sono già in atto: potrebbe infatti aiutare a aumentare le entrate senza ridurre gli investimenti o aumentare l’inflazione”, afferma il Fmi, sottolineando comunque che il sistema fiscale deve essere chiaro e prevedibile.

Il debito pubblico italiano continuerà per i prossimi anni la sua parabola di calo e, nel 2027, si attesterà al 142,5% del pil. Lo prevede il Fmi nel Fiscal Monitor, nel quale stima che il deficit scenderà al 3% del pil nel 2025.

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