Putin: “L’Ucraina fa parte dell’impero russo”, e annette il Donbass.

Precipita drammaticamente la crisi in Ucraina. Con una mossa a sorpresa, il presidente russo Vladimir Putin ha dapprima annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, per poi ordinare l’invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo, è la versione del Cremlino, di “assicurare la pace”.

Insomma, è come se Mario Draghi dicesse che la Corsica è nostra, è un atteggiamento da guerrafondaio!

Alle 21, le 19 in Italia, Putin parla per un’ora alla Nazione a reti unificate: “Per la Russia l’Ucraina non è solo un vicino, è parte integrale della propria storia”. 

Quello che dice davanti alle telecamere suona come una dichiarazione di guerra.

Truppe russe nel Donbass. L'Ucraina: non cediamo niente. Le armi di Putin dal satellite: video e foto

Vladimir Putin ha rotto gli indugi annunciando, con un discorso registrato e di una lunghezza senza precedenti, e firmando in diretta la decisione di annettersi le regioni separatiste di Donetsk e Lugansk.

“Il Donbass è parte integrante della Russia e la situazione in Donbass è diventata estremamente critica”, ha detto Putin. “L’Ucraina non è un Paese confinante, ma parte integrante della nostra storia, cultura, spazio spirituale. Sono nostri compagni, spesso gli ucraini stessi si considerano parte della Russia, siamo uniti da sempre”, ha detto  Putin all’inizio del discorso alla nazione. “Oggi mi rivolgo a voi direttamente per non solo valutare cosa sta succedendo, ma anche per informarvi sulle decisioni che si stanno prendendo, su possibili ulteriori passi su questo tema”.

Il nodo vero per Putin è l’allargamento della Nato a Est: “Siamo preoccupati dall’ingresso dell’Ucraina nella Nato, la capacità di bombardamento della Nato è aumentata. I missili Tomahawk possono raggiungere facilmente Mosca”, ha detto Putin. “Sull’espansione a Est della Nato ci hanno ingannato, parole vuote, hanno detto che non lo avrebbero fatto e invece è quello che è successo”. “Queste infrastrutture militari sono arrivate alle porte della Russia, sui nostri confini”, ha detto il presidente russo, aggiungendo che da parte della Nato si è trattato di un “errore strategico”, che ha avuto un “effetto negativo” sulla sicurezza europea.

Insomma, il discorso fiume in tv di Putin è stato una durissima arringa contro i dirigenti ucraini, accusati di ogni nefandezza, e contro l’Occidente. “L’Ucraina ha già perso la sua sovranità, diventando serva dei padroni occidentali”, ha attaccato lo zar. Per poi accusare la Nato di essere già praticamente presente sul territorio ucraino, minacciando direttamente la sicurezza della Russia. “In Ucraina le armi occidentali sono arrivate con un flusso continuo, ci sono esercitazioni militari regolari nell’ovest dell’Ucraina, l’obiettivo è colpire la Russia”, ha affermato, aggiungendo che “le truppe della Nato stanno prendendo parte a queste esercitazioni, almeno 10 sono in corso, ed i contingenti Nato in Ucraina potrebbero crescere rapidamente”.

Dura la reazione dell’Occidente. Nato, Onu, Ue e Stati uniti sono unanimi nel condannare l’accaduto e  stigmatizzano che “il rischio di un grande conflitto” in Ucraina “è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi”. Per gli Stati Uniti quello della Russia è stato  non solo “un attacco all’Ucraina”, ma “un attacco alla sovranità di ogni stato membro dell’Onu” che “avrà conseguenze rapide e gravi”.

La Casa Bianca conferma che imporrà nuove sanzioni alla Russia nelle prossime ore. Non è ancora chiaro se Joe Biden scaricherà l’intera forza delle sanzioni o si limiterà a un’azione parziale. Un coro di voci democratiche e repubblicane si è detto favorevole a un’azione forte ora, prima che il presidente della Russia Vladimir Putin estenda il suo controllo al di là del Donbass. E l’Europa si adegua, anch’essa mettendosi sulla scia di Biden.

Ma gli Stati Uniti sono lontani. Francia e Germania sono indipendenti e autosufficienti per quanto riguarda luce e gas. Le sanzioni non fanno nessun danno agli americani, ma faranno più male all’Italia e a pagarne il prezzo di fatto saremo noi, con un probabile e ulteriore maxi-rincaro del costo di luce e gas. A questo punto incrociamo le dita e speriamo che Putin non chiuda il rubinetto del gas ‘spegnendo’ l’Italia.
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Le Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. 

Donetsk e Luhansk, le due repubbliche filorusse in territorio ucraino, sono state autoproclamate nel 2014 e da allora sono al centro di un conflitto, mai veramente cessato, che ha già causato almeno 14mila morti. I due territori sono contigui e si trovano a ridosso del confine fra Ucraina e Russia. La Repubblica di Donetsk ha anche uno sbocco sul mare di Azov. Insieme coprono un’area di quasi 17mila chilometri quadrati, dove vivono circa 3,7 milioni di persone. Entrambe le repubbliche fanno parte della regione mineraria ucraina del Donbass.

Le due repubbliche sono nate in seguito alle manifestazioni di militanti filorussi contro il nuovo governo filo occidentale, insediatosi all’inizio del 2014 in Ucraina dopo le proteste popolari del’Euromaidan a Kiev. In aprile miliziani armati si sono impadroniti dei palazzi governativi.

La repubblica di Donetsk è stata proclamata il 7 aprile 2014 e quella di Luhansk il 28. L’11 maggio le due repubbliche sono state confermate da referendum non riconosciuti dalla comunità internazionale e il governo ucraino. La rivolta separatista ha innescato una guerra sanguinosa con le truppe ucraine.

Il Protocollo di Minsk.

Il protocollo di Minsk del 5 settembre 2014 e il successivo Minsk II del 12 febbraio 2015 hanno instaurato un cessate il fuoco, frequentemente violato, che tuttavia aveva ridotto l’intensità del conflitto fino alla crisi in corso. L’Ucraina accusa Mosca di aver alimentato la rivolta e di armare i ribelli, nonché di aver dispiegato militari russi nelle due repubbliche. Dal 2019 agli abitanti di questi due territori è stato concesso una via rapida per ottenere il passaporto russo, finora rilasciato a circa 720mila persone.

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5 Responses

  1. loZio ha detto:

    L’Italia non conta niente in patria, figuriamoci all’estero. Meglio fare pippa e strsene zitti e buoni altrimenti questi ci lasciano al buio, senza nè luce nè gas!!!!

  2. Anto'66 ha detto:

    La cosa più stupida che l’Occidente (in primis l’Europa) può fare è spingere la Russia verso Pechino. Mi pare ci stia riuscendo e, se non dialoghiamo, materie prime, essenziali per la transizione ecologica, finiranno in mani cinesi. Un congelamento dei rapporti di Usa e Ue con la Russia porterebbe non solo allo scoppio di un conflitto evitabile ma anche a una forte crisi energetica.

  3. Vale rm ha detto:

    La crisi Ucraina ha fatto un drammatico scatto in avanti con il riconoscimento del Donbass, ufficializzato ieri, lunedì 21 febbraio, da Vladimir Putin. Insoma, la Russia riconosce i due stati separatisti filo-russi, “annettendo” nei fatti un pezzo di Ucraina.

  4. Gian M. ha detto:

    “L’Ucraina fa parte dell’impero russo”. Putin firma in diretta e annette il Donbass (per salvarsi in patria)!

  5. Rberto F. ha detto:

    Nella totale disattenzione dei media, concentrati sulle minacce di guerra che incombono sull’Ucraina, la Russia si è annessa di fatto un’altra Repubblica ex sovietica: la Bielorussia.

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