Perché le affermazioni di Trump sulle spese militari sono propaganda elettorale.

di Attilio Runello. Le ultime affermazioni di Trump sui paesi della Nato  che non meritano di essere difesi se non rispettano la regola di spendere il 2% del Pil per la difesa ha sollevato innanzitutto una risposta dei vertici della Nato che hanno affermato che le spese sono aumentate notevolmente.
Hanno inoltre sollevato una ampia eco di stampa con articoli che hanno pubblicato i paesi che sarebbero esclusi da una difesa. Fra questi vi è l’Italia, la Francia, la Germania, la Spagna.
Si tratta di paesi che avendo un Pil elevato in termini assoluti spendono molto per le forze armate. L’Italia è un paese che ha un esercito che è considerato fra i primi dieci al mondo. Naturalmente non è una questione di numeri di soldati ma di mezzo aerei, navali, terrestri di cui dispone oltre che delle capacità che hanno dimostrato i nostri militari in tanti teatri bellici all’estero spesso a fianco degli Americani.
La Francia viene anche prima di noi.
I tedeschi cercano di mantenere un basso profilo, ma la loro industria bellica è all’avanguardia.
Trump aveva lanciato il messaggio già sei anni fa quando in una visita in Europa bistrattò la Merkel per questo motivo.
È indubbio che gli obiettivi devono essere quelli di non essere a carico degli altri nella difesa.
È anche vero che senza la presenza americana gli altri paesi sarebbero privati del più grande esercito al mondo.
Trump dovrebbe dunque anche chiedersi chi c’era al fianco degli Americani in quei teatri non europei dove gli Stati Uniti si sono impegnati.
In Afghanistan come in Iraq c’erano paesi che non raggiungono il 2% del Pil nelle spese militari.
Tutte queste cose Trump le sa ed è per questo motivo che l’affermazione di presenza di paesi che non meritano la difesa va presa come propaganda elettorale. Negli Stati Uniti una parte dell’elettorato vorrebbe ridimensionare la presenza americana all’estero,  anche per ragioni di costi.
La presenza americana non è solo nelle basi italiane come siamo portati a pensare. Le basi aeree e navali all’estero sono centinaia. Ha inoltre dispiegamenti permanenti in Corea, Giappone, Germania.
La flotta conta su dodici portaerei con dodici flotte sparse su tutti i mari.

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