Per Renzi ‘il cambiamento’ è assecondare la upper class.

di Gerardo Lisco. Insieme a rottamazione, gufi e rosiconi il termine più usato da Renzi e dai renziani è “cambiamento”. La Boschi si è spinta fino ad affermare che la Sinistra è tale solo se asseconda i cambiamenti . Cosa significa cambiamento? Il cambiamento è ciò che connota la Storia dell’umanità. Cambiamento è il passaggio dal mondo antico a quello moderno e contemporaneo.
Cambiamento è anche l’innovazione tecnologica alla quale fa riferimento Renzi, ma non solo. Il cambiamento al quale si fa riferimento quando si parla di politica non è il totem dell’innovazione tecnologica. Il cambiamento in politica è il progetto che utilizza, ad esempio, l’innovazione tecnologica al servizio dell’uomo migliorandone la qualità della vita. Cambiamento in politica è guidare i processi di trasformazione indicando un determinato modello sociale. Una classe politica che si definisce di sinistra e si limita ad assecondare quanto le viene imposto dai gruppi sociali dominanti o ha rinunciato al suo ruolo oppure non è di Sinistra. Se si intendesse per cambiamento il semplice assecondare le trasformazioni sociali in atto si sarebbe in presenza del gattopardesco “cambiare tutto perché nulla cambi”. Cambiamento sono state la Riforma Protestante e la Controriforma Cattolica; la Rivoluzione Francese e la Restaurazione; le rivoluzioni industriali e il degrado dell’ambiente; il crollo dei sistemi Liberali e l’avvento del Regime Fascista in Italia e Nazista in Germania.Il cambiamento, come è evidente dagli esempi precedenti, non sempre ha portato con se un miglioramento delle condizioni sociali o la costruzione di un sistema politico più avanzato. La logica di chi sosteneva cambiamenti come la Restaurazione, l’ascesa del Fascismo e del Nazismo era la medesima che oggi anima Renzi. Per Renzi “cambiamento” equivale ad assecondare ciò che la upper class impone alla lower class.Il cambiamento, cioè i mutamenti della struttura sociale ed economica, non è un processo univoco e lineare, è fatto da una molteplicità di eventi che interagiscono tra di loro influenzandosi e dando origine a nuovi equilibri di sistema. E’ riduttivo ridurlo all’antitesi tra i-phone e telefono a gettoni. I cambiamenti in atto, ad esempio, riguardano il ruolo degli Stati-Nazione, degli Organismi sovranazionali come l’Ue, il Fmi l’Onu, Omc, Bce, il controllo oligopolistico dei sistemi bancario, finanziario e della comunicazione; la criminalità organizzata; le istanze di gruppi etnici e religiosi che non accettano il modello occidentale, i milioni di essere umani che si spostano da un’area geografica all’altra. Sono tutti aspetti che determinano modifiche ai sistemi politici e alla redistribuzione della ricchezza a livello mondiale e locale. Ognuno degli aspetti interessato al cambiamento è un processo di negoziazione tra soggetti sociali ed istituzionali. E’ negoziazione tra modelli culturali e visioni del Mondo. Ogni soggetto, non tratta secondo regole prestabilite, utilizza al meglio le risorse delle quali dispone per condizionare e indirizzare il cambiamento. E dunque, come ritiene Renzi che la sinistra moderna debba interpretare il cambiamento? Da quanto afferma e dai provvedimenti raffazzonati del Governo non si evince un modello preciso. Il cambiamento per Renzi è solo sapiente utilizzo della comunicazione finalizzato al controllo dell’opinione pubblica in funzione del galleggiamento politico suo e del sistema di potere che progressivamente sta costruendo. Renzi, dal punto di vista della progettualità politica, è il nulla, il vuoto. Renzi rappresenta lo stadio più avanzato di una classe politica che ha svuotato la politica di contenuti progettuali e si è ridotta a puro ceto, cioè a un gruppo sociale che vive di “politique politicienne”. Renzi è l’emblema della casta per eccellenza. In un sistema sociale destrutturato e ridotto a sola opinione pubblica, Renzi non ha interesse a mettere in campo un progetto di società, non solo perché non ne è capace, ma perché non rientrerebbe nella sua forma mentis. Non è un caso che non è in grado di andare oltre il twitt, l’ashtag, la comunicazione ad effetto, la liquefazione della ragione. Renzi è in grado di parlare per ore senza dire assolutamente nulla di concreto. Renzi somiglia alla pallina di un flipper, rimbalza da un ostacolo all’altro, totalizzando sempre più punti e cadrà nel vuoto se gli ostacoli verranno meno. Dunque non ha nessun interesse a rimuovere gli ostacoli al vero cambiamento costituiti dagli interessi dei ceti egemoni che della destrutturazione del sistema sociale hanno fatto la loro bandiera. E’ chiaro che tutto questo è tremendamente pericoloso per la Democrazia. Ed è per questa ragione che è giunto il momento di mettere in campo un progetto politico organizzato e strutturato alternativo al nulla renziano. Se la Sinistra perde questa occasione non solo scomparirà ma lascerà che il vuoto venga occupato da movimenti e forze politiche Nazionaliste e Populiste.

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