Pensioni, il monito di Bankitalia: Non fare passi indietro.

“Nel lungo periodo la sostenibilità delle finanze pubbliche poggia, in larga misura, sulle riforme pensionistiche introdotte in passato, che assicurano una dinamica della spesa gestibile nonostante l’invecchiamento della popolazione. È importante non fare passi indietro”. Così i vertici di Bankitalia, in audizione sulla legge finanziaria alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Insomma, la Legge Fornero non si tocca, altrimenti crolla tutto!
Un monito che si aggiunge a quelli analoghi di Governo, Corte dei Conti, Confindustria, Bce, Inps, Istat e insomma di tutti i poteri forti. Invece, i lavoratori italiani, ovvero tutti quei cittadini che campano di lavoro dipendente e che non hanno il loro potere e la loro forza, non ci stanno al massacro, alla macelleria sociale, a chi vuole allzare sempre di più l’asticella della pensione. Certo, se tutti i lavoratori italiani godessero della stessa retribuzione degli occupati in Bankitalia, o chessò io al Quirinale, alla Camera oppure al Senato, rimarrebbero ben volentieri in quel posto di lavoro vita natural durante! Purtroppo non è così che funziona, ma lorsignori, invece di separare la previdenza dall’assistenza demandando quest’ultima alla fiscalità generale, invece di far pagare a tutti le tasse e non spremere sempre i ‘soliti fessi’, vogliono tenere i ‘normali’ cittadini sul posto di lavoro fino a 70anni, per poi liquidarli con quattro soldi di pensione, sperando che intanto qualcuno passi a miglior vita, nel mondo dei più!!! Tutto ciò è inaccettabile. Ma trattandosi, per l’appunto, di cittadini senza voce, ‘lorsignori’ vanno avanti a colpi di machete. E allora sta adesso, o mai più, al Sindacato italiano farsi sentire, battere i pugni sul tavolo. Il Sindacato, dopo lo scandaloso silenzio assenso sul Jobs Act, ha la sua ultima chance per tornare credibile agli occhi degli italiani e non fare la stessa fine dei partiti politici: ristabilire la soglia dei 40 anni di contributi per andare in quiescenza, a prescindere dall’età anagrafica e dalla speranza di vita, e assicurare un assegno previdenziale non inferiore a quello dell’ultimo stipendio percepito!

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