Pensioni: il governo Meloni non sa che pesci prendere e molla la patata bollente al Cnel!

I soldi non ci sono per assumere nuovi medici e infermieri, per mettere in sicurezza il paese e per mandare in pensione la legge fornero!

Evidentemente i soldi, i nostri soldi, quelli versati nelle casse del fisco o, come nel caso delle pensioni, in quelle dell’Inps, non ci sono più, sono finiti!

E allora delle due l’una: o se li sono mangiati oppure li hanno sperperati!

Ma l’Esecutivo, entro la fine dell’anno, dovrà decidere quali interventi mettere in campo per il 2025, dacchè  ‘Quota 103’ è in scadenza il 31 dicembre 2024.

La patata è talmente bollente – soprattutto dopo il flop sardo – che il governo Meloni non sa che pesci prendere. Infatti a questo giro se sbaglia pure sulle pensioni gli crolla il mondo addosso: la gente li ha votati anche e soprattutto per abolire la fornero e sostituirla con una riforma previdenziale più umana, che metta in quiescenza i lavoratori a 65 anni e non oltre e con un assegno che non si discosti più di tanto dalle ultime retribuzioni!

E allora Meloni e soci, buttano la palla in tribuna, o meglio lasciano la patata bollente nelle mani del Cnel!

Si è insediato, infatti, proprio in questi giorni, al Cnel il gruppo di lavoro ‘Riforma e prospettive del sistema previdenziale’.

Il gruppo di lavoro, coordinato da Domenico Garofalo, è così composto: Guido Canavesi; Giuliano Cazzola; Silvia Ciucciovino; Maria Cristina Degoli; Mauro Franzolini; Mauro Marè; Antonietta Mundo; Valeria Picchio; Michele Raitano.

Al tavolo partecipano, inoltre, esperti esterni designati da Istat, Inps, Banca D’Italia, nonché altri organismi individuati di comune accordo con il coordinatore.

Ma i sindacati dove stanno, e soprattutto da quale parte stanno?

Mah… speriamo bene!

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