Oggi è l’ultimo giorno utile per versare l’acconto della Tasi. Poi se ne riparlerà il 16 dicembre quando, dopo aver ammortizzato, si fa per dire, la bastonata degli aumenti su luce e gas, i proprietari di casa saranno chiamati a saldare l’Imu e la Tasi! Un tempo bene rifugio, una forma d’investimento, una garanzia per i tanti italiani proprietari
(circa l’80% dell’intera popolazione), oggi la casa potrebbe trasformarsi in un vero e proprio incubo: un peso di cui liberarsi. Ma
non mettendo in vendita, magari svendendo i sacrifici di una vita, dal momento che considerata la crisi il mercato immobiliare è fermo e nessuno compra e nessuno vendo, ma addirittura arrivando a regalare allo Stato o a demolire la propria abitazione! A lanciare l’allarme è Confedilizia che ha registrato un forte aumento di chi decide di abbandonare l’immobile lasciandoselo confiscare dallo Stato o addirittura di abbatterlo!
La rinuncia a favore dello Stato. Confedilizia ha registrato un crescente interesse per l’istituto della rinuncia. Ovvero la possibilità di rinunciare alla proprietà
a favore dello Stato è prevista dal codice civile. Di solito viene utilizzata al momento della successione ereditaria quando l’erede decide di lasciare il bene, perché invece di benefici produce delle perdite. E questo è possibile anche per qualunque bene di proprietà la cui gestione è diventata onerosa. Il fatto curioso di questo straordinario Paese è che anche per rinunciare a favore dello Stato bisogna pagare e non poco! Nel caso, ad esempio, di voler rinunciare ad un immobile modesto con una rendita catastale di 250 euro e una base imponibile di 31.500 euro, il totale delle imposte può variare da 2935 euro se si applicano le imposte di registro e le imposte ipotecarie e catastali a 3465 euro se si applicano anche le imposte sulle successioni e donazioni!!!
La demolizione. C’è anche chi, a causa di un fisco insopportabile, sceglie di demolire la propria casa, di renderla inagibile. Nel nord est si scoperchiano i capannoni abbandonati per non pagare Imu eTasi. Sono in crescita le schede di cancellazione degli immobili dal catasto. Purtroppo questo è il risultato di un fisco incivile che tassa anche gli immobili che non producono alcun reddito. Case in territori collinari e montani abbandonati, dove i costi di manutenzione si sommano alle troppe tasse, vengono abbattute.
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