Oltre lo zero virgola!

di Paolo Cirino Pomicino. È davvero disarmante il dibattito che si è aperto sulla legge di bilancio prima ancora della sua presentazione alle Camere. Lo sconcerto in verità non nasce dal fatto che si commentano bozze e non il disegno di legge ma dalla modestia del dibattito in cui ogni partito di maggioranza cerca di intestarsi qualche piccola norma mentre quelli di opposizione si trincerano dietro slogan secondo i quali “è tutto sbagliato signora la marchesa”.

Nelle leggi di bilancio ci sono sempre norme che piacciono ad alcuni ed altre che piacciono di meno ma quel che vediamo nel dibattito è che nessuno discute degli obiettivi programmatici che il governo si pone con questa manovra di bilancio. Le norme, infatti, sono gli strumenti per raggiungere gli obiettivi programmatici che il governo si pone.

Ebbene il secondo governo Conte si è posto l’obiettivo programmatico di crescere dello 0,6 per il 2020 ed 1% nel 2021 e 2022. In parole povere secondo il governo è un obiettivo serio quello di mantenere alla fine di un triennio l’Italia negli ultimi posti in Europa per tasso di crescita. Quali che siano le norme utilizzate è il risultato che conta e la speranza di Conte è quella di rimanere in coda a quasi tutti gli altri paesi!

Se questo vale per la crescita, naturalmente vale anche per il tasso di disoccupazione che sempre secondo il governo alla fine del triennio saremo ancora al di sopra del 9,1-9,2% con un mezzogiorno che sprofonda ed un Nord che comincia a risentire del rallentamento della economia mondiale ed in particolare della Germania.

Per non parlare della riduzione del cuneo fiscale solo per i lavoratori che significa rimanere alto il costo del lavoro penalizzando così le imprese e l’occupazione. Dietro questi obiettivi disarmanti si aggiungono gli affanni delle famiglie, la crisi demografica, la cassa integrazione che continua a crescere mese per mese e i tanti altri problemi, a cominciare dalla scuola e dalla sanità, che sono sotto gli occhi di tutti.

Ebbene di che discutono i partiti? Di questa o di quell’altra norma senza che nessuna modifica potrà mai cambiare questi risultati alla fine del triennio quasi a testimonianza di “una depressione di massa del pensiero politico” senza precedenti.

Dal governo e dalle opposizioni si dice all’unisono, infatti, che non ci sono risorse per fare politiche fiscali, ambientali, industriali e sociali diverse e funzionali ad una crescita strutturale del paese che coinvolga gradualmente tutti i settori e tutte le aree territoriali. Se tutti dicono, dunque, che le risorse non ci sono e quindi non consentono altro sarà questa la prima questione da risolvere. Da tempo noi spieghiamo che c’è bisogno di una manovra di finanza straordinaria capace di recuperare, al di là della lotta all’evasione fiscale che dovrebbe essere, peraltro, una attività ordinaria, oltre cento miliardi di euro per abbattere la pressione fiscale, ridurre di qualche punto il debito pubblico e quindi la spesa per interessi, e favorire investimenti pubblici ridotti oggi quasi alla metà di quelli che erano nei criticatissimi anni 80 (ieri il 4/5% oggi tra il 2,2,5% del Pil).

La manovra di finanza straordinaria dovrebbe, però, escludere ogni patrimoniale non perché si debba favorire i ricchi ma solo per il fatto che essa è recessiva e raccoglierebbe poche risorse come peraltro testimoniò la famosa manovra di Giuliano Amato che aprì le porte ad una forte recessione.

Va da sè che per fare una manovra straordinaria bisogna avere una visione quadriennale e una capacità di coinvolgere tutti i protagonisti della società italiana. Da queste colonne qualche settimana fa portammo ad esempio i fondi pensioni e le casse previdenziali da un lato e la ricchezza finanziaria dall’altra.

A costo di farci insultare è davvero difficile chiedere ai fondi pensioni ed alle casse previdenziali di comprare nei prossimi quattro anni 70 miliardi (il 20% dei loro investimenti annui) di immobili pubblici messi naturalmente  a reddito e dando loro, in cambio, la cancellazione di quella odiosa tassa sui rendimenti degli investimenti degli stessi fondi e casse che dovrebbero invece andare ad aumentare il montante contributivo per le nuove generazioni?

Una manovra di questo genere farebbe gli interessi di tutti, dallo Stato ai fondi ed alle casse per finire alle nuove generazioni. E sarebbe davvero impossibile trovare il modo di coinvolgere la ricchezza finanziaria che oggi ha una disponibilità liquida di oltre  4 mila miliardi di euro, il doppio cioè del debito pubblico? Anche qui ci possono essere forme di coinvolgimento diverse dalla patrimoniale che farebbero gli interessi del paese, delle classi più deboli e della stessa ricchezza nazionale oltre che rendere possibili quelle politiche settoriali per le quali a giudizio di tutti mancano le risorse necessarie.

E questo, dunque, il terreno su cui la politica dovrebbe misurarsi e non su questa o l’altra norma con un litigio da ballatoio che offende se stessa ed il paese. Noi non ci siamo mai impiccati alle nostre visioni e alle nostre proposte ma è davvero giunto il tempo che le forze politiche si misurino sui problemi veri del paese e si pongano obiettivi ambiziosi almeno simili a quelli che si posero le precedenti generazioni che costruirono la Repubblica e l’Italia che fu la quinta potenza industriale del mondo e difesero la democrazia rappresentativa battendo il terrorismo brigatista e lo stragismo di destra dando, inoltre, dignità al lavoro ed alle imprese. Tutti valori ad oggi in via di smarrimento.

You may also like...

6 Responses

  1. Anonimo ha detto:

    Gentile fede to, se non ci rendiamo conto che è in gioco il futuro di TUTTI noi, c’è veramente da stare poco allegri. La furberia e l’egoismo ci stanno portando ad essere una minoranza che finirà in riserva di soldi, senza soldi ed in mezzo alla strada

  2. fede to ha detto:

    Ormai in Italia ognuno si fa i fatti propri. Ognuno si è rinchiuso nel proprio “orticello”. E solo chi come noi è stato vittima dei “derivati” si fa sentire, gli altri ovviamente tacciano, perchè la cosa non li riguarda: ma che razza di società abbiamo messo in piedi? Una solidarietà a perdere! Un altruismo da fare pena! Oggi più che mai la regola è: mors tua vita mea!

  3. Giacomo ha detto:

    Gentile Neri Claudia, grazie. Approfitto per ricordare che nel mondo ci sono circa 600 mila miliardi di derivati, a fronte di circa 65 mila miliardi che è la somma dei PIL di tutti i Paesi.
    Ovvero i derivati sono 10 volte il PIL Globale. Lo Stato di derivati coi soldi pubblici ne ha in pancia una valanga. Come Torinese, mi chiedo ma operchè TORINO ha ancora in piedi 18 contratti derivati e non ne esce, come hanno fatto tutti gli altri Comuni:Acqui Terme,….
    TORINO con tutte quelle centinaia di milioni potrebbe fare tanto per il Sociale.
    E’mai possibile che l’Opposizione, l’Opinione Pubblica non facciano sentire la loro voce in merito?

  4. SondaggioIndex ha detto:

    Un’altra settimana con il turbo per la Lega di Matteo Salvini. Anche il sondaggio proposto da Corrado Formigli a PiazzaPulita non può che confermarlo. Chiamatelo effetto-San Giovanni, oppure effetto-manovra, il sondaggio Index Research mostrato su La7 giovedì 24 ottobre indica un’ulteriore crescita dello 0,5% per il Carroccio, che passa così al 33,2%, poco sotto il livello delle Europee. Inesorabile, al contrario continua il calo delle due principali forze di governo: il Pd lascia sul campo altri 0,3 punti percentuali e si porta al 19,5%; il M5s perde lo 0,2% e si assesta al 18,8 per cento.
    Ma c’è anche Giorgia Meloni. Il botto, in una settimana, è di quelli pazzeschi: Fratelli d’Italia sale dello 0,7% in soli sette giorni, assestandosi all’8,2 per cento. Secondo il sondaggio Index, FdI oggi stacca Forza Italia e Silvio Berlusconi, che pur in crescita dello 0,2% non va oltre il 6,2 per cento. Infine Italia Viva, la pattuglia di Matteo Renzi, forza di governo che appare però più simile a un partito di opposizione, che guadagna uno scarno 0,1% in una settimana portandosi al 5,3%, ancora lontana anni luce da quella “doppia cifra” a cui l’ex premier sta apertamente dando la caccia.

  5. Neri Claudia ha detto:

    …ognuno e dico OGNUNO in questo paese ancora libero, civile e democratico può dire e scrivere ciò che pensa, senza veti nè censure, poi sta a chi ascolta o legge decidere se continuare a farlo o replicare in manier altrettanto civile, educata e rispettosa come il “buon Giacomo”.

  6. Giacomo ha detto:

    La questione del Debito pubblico – eredità DC e PSI, risale all’epoca di Craxi e Andreotti, a quegli anni 80 che hanno visto raddoppiare il ns. debito! Tanto da superare il 100% del PIL nel 1992.
    Al timone c’era Amato. I politici della I°Repubblica, usavano il Debito Pubblico come un bancomat per finanziare il sistema. Hanno drogato i cittadini con promesse elettorali sempre più onerose finanziando il boom con il Debito. Il motto della I° Repubblica era “allegria”.
    Consiglio al dott.Pomicino, di andarsi a leggere: ALAN FRIEDMAN – DIECI COSE DA SAPERE SULL’ECONOMIA ITALIANA, Newton Compton Editori,2018 Roma.
    Stupisce sentir pontificare chi nei fatti ha dimostrato gli scarsi risultati politici!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *