Ognuno ha il proprio tempo di decidere.

di Francesca Marra. Non esiste il tempo perfetto per elaborare un trauma. Ognuno di noi porta sulle spalle il peso di innumerevoli incidenti di percorso, che hanno segnato o meno il proprio percorso. Il tempo di elaborazione di un dolore, qualunque sia la sua origine o provenienza, è soggettivo e dipende esclusivamente dalle proprie capacità di superare le difficoltà che ne scaturiscono.

Ogni giorno veniamo messi alla prova e ci troviamo a lottare con diverse incombenze; si ripresentano quotidianamente ostacoli che portano alla messa in discussione anche di quelle che pensavamo essere certezze indiscutibili.

Ognuno di noi ha il diritto di sentirsi addolorato e viversi la propria sofferenza con estrema vulnerabilità.

Il giudizio altrui sarà sempre pronto ad emergere contro le nostre aspettative, talvolta più crudo del momento traumatico che stiamo subendo.

Tempi di elaborazione legati al superamento di un evento che segna in maniera negativa la nostra esistenza, sono dettati infatti dal nostro passato, dal nostro pregresso esperito in maniera del tutto personale.

Nessuno oltre voi stessi può conoscere cosa sia successo realmente anni addietro, tale da influenzare il presente in maniera determinante.

Appellarci al prossimo per chiedere supporto va bene, ma non per reagire alle cose lasciandosi influenzare.
Il corso della propria vita ospita un solo protagonista, sii quell’unico personaggio che decreta i sensi di marcia da adottare e non farti deviare dalle impressioni circostanti.

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