Non comprerò mai ‘bitcoin’, e vi spiego perchè.

di Pier Giorgio Tomatis. Non comprerò bitcoin. Mi rendo conto che questa notizia non solleticherà l’attenzione di alcuno ma ci tengo a ribadirlo e a precisarlo. Io non ho intenzione di acquistare la moneta virtuale più promozionata del momento. E ho dei buoni motivi per farlo.

In primis, a scuola, mi hanno sempre insegnato che la ricchezza nasce dalla forbice che esiste tra il prezzo di acquisto di un bene e il prezzo a cui lo stesso si vende. Più alto è il ricarico e meno vendite servono per raggiungere la ricchezza mentre più è basso e maggiori debbono essere gli scambi. L’equazione che ho delineato indica che la differenza tra la spesa e il guadagno è inversamente proporzionale al commercio dei beni oggetti di commercio. Che cosa significa tutto ciò? Che se vuoi commerciare con successo devi acquistare al costo più basso possibile e rivendere al prezzo più alto possibile. Meglio se riesci a vendere più prodotti. Detto questo, vi spiego perché sono riluttante ad apprezzare il bitcoin. No. Non ho niente contro la tecnologia e la modernità. Questo pensiero non mi è mai entrato nell’anticamera del cervello. Il punto è la promozione. Seguite il mio ragionamento. Se aveste scoperto un giacimento d’oro in un campetto di montagna vi affrettereste a pubblicizzare la cosa invogliando tanti altri ad acquistare i terreni vicini e limitandovi possibili incassi futuri o vi guardereste bene dal mancare di discrezione e adottereste una comunicazione di bassissimo profilo? Se la vostra risposta cade sulla prima ipotesi allora non leggete il mio articolo. Se, viceversa, converrete con me che quando chiedete soldi ipotizzando enormi guadagni a chi ve li deve dare 9 volte su 10 (a voler essere ottimisti) è perché ne avete bisogno voi e non coloro che sottoscriveranno il prestito. E’ la fine del ciclo economico. L’ultima impennata in cui si preannunciano guadagni per tutti allo scopo di dare l’ultima sterzata al prodotto per poi trarre d’impaccio coloro che sanno quanto sta succedendo e che vi lasceranno con consueto motto della tarantella di Peppino Fiorelli: “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto… chi ha dato, ha dato, ha dato… scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!…”

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *