I soliti sospetti.

di Pier Giorgio Tomatis. La pellicola intitolata “I soliti sospetti” è diretta da Bryan Singer nel 1995 ed è un capolavoro del genere giallo thriller. Sostanzialmente, l’idea del film nasce da un metodo di indagine tipico della polizia che viene ritorto proprio contro gli inquirenti. Riuniti in un commissariato per un’identificazione riguardante un caso in cui non sono affatto implicati, cinque malfattori si mettono d’accordo per effettuare veramente un colpo grosso. Il titolo prende spunto da una famosa battuta del finale di Casablanca recitata da Claude Rains davanti ad un attonito Humphrey Bogart (arrestate… i soliti sospetti). Ecco, quando ho letto che Milena Gabanelli ha scritto ai vertici Rai per annunciare le sue prossime dimissioni al 15 novembre ho proprio pensato a questo film.
Le due storie hanno un perverso minimo comun denominatore. In entrambi i casi esistono “sospetti” e “sospettati” e anche un entità sconosciuta che muove i fili di tutti senza mai comparire e che non può essere ritenuto responsabile semplicemente perché nessuno conosce il suo potere e la sua stessa esistenza. Nella pellicola questo potente Mangiafuoco si chiamava Kaiser Söze. Nella realtà, chi ha deciso che un giornalista straordinario e indipendente dal potere come l’ideatrice di Report avesse bisogno di un bavaglio per la campagna elettorale (la parola usata nella lettera è “defilata”) è rimasto sconosciuto e l’ombra non fa che alimentare sospetti su sospetti (i soliti… per l’esattezza). Kevin Spacey (“verbal” Kint) nel film sostiene che “La beffa più grande che il Diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste”. Ciò di cui possiamo essere certi è che Milena Gabanelli è una giornalista che un Paese come l’Italia non si può permettere così come non si può concedere un diffuso sistema di intercettazioni telefoniche in mano alla Giustizia e Forze dell’Ordine dotate di strumenti all’avanguardia allo scopo di garantire processi più giusti, efficaci e efficienti. I soliti sospetti hanno effettuato il colpo grosso che avevano in mente di fare e poca importanza riveste il fatto se sappiano o meno di lavorare per Kaiser Söze e se lo conoscono. Hanno obbedito agli ordini ricevuti e Milena Gabanelli smetterà di raccontare la realtà italiana agli italiani. Il potere dello Stato dentro lo Stato oggi è diventato un po’ più forte e la maggioranza dei cittadini del Belpaese hanno perso qualcosa di importante. Forse per sempre…

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